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Crisi idrica e dispersione, allarme dalla vallata del Tavo

Crisi idrica e dispersione, allarme dalla vallata del Tavo

Comitato Bonifica Sostenibile, condotte rotte, nessun intervento

PESCARA, 25 luglio 2024, 19:08

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Nella Vallata del Tavo siamo in piena emergenza idrica a causa dell'incomprensibile chiusura della diga di Penne, lavori di manutenzione straordinaria che non apporteranno alcun beneficio alla capienza dell'invaso e hanno privato gli agricoltori anche della poca acqua esistente".
    E' quanto lamenta il Comitato Bonifica sostenibile di cui fanno parte centinaia dei circa 50mila soggetti privati i cui allacci alla rete idrica sono gestiti dal Consorzio Bonifica Centro. E sono decine i titolari di aziende agricole di varie dimensioni che da almeno una settimana si trovano a fronteggiare la mancanza assoluta di acqua per irrigare i terreni, con danni a volte irreversibili per gli orti, e altri che segnalano rotture delle condotte e il conseguente spreco di acqua, senza ottenere risposte in merito alla possibilità di interventi di riparazione.
    Quanto alla diga di Penne "la tempistica dei lavori non poteva essere più penalizzante - dichiara il presidente del Comitato Bonifica sostenibile, Gabriele Trovarelli - perché eseguiti nel momento stagionale più critico per la richiesta d'acqua, mentre potevano tranquillamente essere differiti di un paio di mesi, a stagione cessata. Paradossalmente, nelle zone dove invece l'acqua è disponibile si assiste quotidianamente a continue rotture sulle linee fatiscenti e obsolete, per la mancanza di interventi strutturali in questi ultimi sette anni, che ne impediscono l'utilizzo". Da una parte, quindi, terreni riarsi, dall'altra un incredibile spreco di acqua che fuoriesce da condutture rotte in punti in cui il flusso non può essere irregimentato. A risentire fortemente della carenza di acqua sono tutte le colture orticole, il mais, già scarsamente presente, e il girasole nonché l'erba medica, insufficiente per il bestiame.
    Gli agricoltori sono preoccupati per la probabile perdita oltre che dei raccolti, anche del denaro investito nella semina (concimazioni, semi, interventi fitosanitari, costo terzisti, nafta trattori, tasse). "Chi rimborserà queste aziende, costrette a pagare anche per un'acqua non disponibile? Intanto sono già stati emessi i tributi per il 2024. Con rammarico - conclude il Comitato - notiamo l'assenza dei sindacati di categoria e l'indifferenza della classe politica, non ci resta che rimetterci al buon Dio e qualche temporale".
   

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