"Ci sono buone prospettive, dal
nostro punto di vista non c'è assolutamente alcuna ragione per
non fare un accordo". Lo ha detto l'amministratore delegato di
Stellantis, Carlos Tavares, a proposito della possibilità di un
accordo con il governo italiano nel tavolo automotive convocato
per il 7 agosto.
"Abbiamo ricevuto una lettera al ministro Urso in occasione
dei 125 anni di Fiat, ci poneva delle richieste alle quali
abbiamo risposto in modo molto corretto, professionale e con
buone intenzioni. Penso che siano le risposte che il governo
italiano si aspetta da noi", ha spiegato Tavares. "Sono molto
positivo, soprattutto quando vedo che stiamo andando nella
stessa direzione. Siamo leader di mercato, un'azienda che fa
profitti, abbiamo una significativa presenza produttiva e
abbiamo eccellenti partner sindacali. Non c'è alcuna ragione per
cui non dovremmo portare ulteriore valore e ricchezza
all'Italia. Penso che quindi sia abbastanza facile convergere.
Per qualche motivo che non capisco di tanto in tanto ci si
scontra, è la vita".
Tavares ha elogiato i sindacati. "Sono molto soddisfatto del
dialogo con i sindacati italiani. Abbiamo incontrato i sindacati
tre volte, due a Torino e uno a Roma, abbiamo spiegato il piano,
il loro feedback è stato 'capiamo, ha senso'" ha osservato "In
Italia siamo concentrati nella realizzazione del piano che è
sostenuto dai nostri partner sindacali. Ci hanno chiesto di non
puntare solo sui veicoli elettrici e noi abbiamo portato un
modello aggiuntivo (la 500 ibrida a Mirafiori, ndr). Il problema
è che nel percorso di elettrificazione dobbiamo attenerci alle
normative europee; c'è un disallineamento nei Paesi europei
rispetto all'obiettivo fissato da Bruxelles".
Tavares ha anche parlato dell'arrivo a settembre dei primi
veicoli di Leapmotor in Europa: "L'omologazione procede. Proprio
oggi ho preso delle decisioni sulle questioni dei ricambi e
della distribuzione. C'è grande entusiasmo tra i concessionari
per l'arrivo di questo marchio. "E' il nostro quindicesimo
marchio. Sono troppi? Se non sono redditizi ne chiuderemo
qualcuno. Non possiamo permetterci di avere brand che non
guadagnano".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA