In Italia solo un consulente su
cinque è donna, pari al 22,3% del totale degli iscritti all'Albo
dei consulenti finanziari. Un divario che si traduce anche in
mancate opportunità sul piano dell'occupazione. Si tratta di uno
dei punti di partenza che ha portato Banca Widiba a realizzare
il progetto di ricerca nazionale 'Donne e denaro: la consulenza
finanziaria', che segue il primo studio 'Donne e denaro: una
sfida per l'inclusione', presentato nel 2022 in collaborazione
con l'Università Cattolica del Sacro Cuore. La ricerca condotta
con Ipsos su 445 consulenti finanziari/e sul territorio
nazionale iscritti/e all'Albo unico rileva come la professione
di consulente finanziario non sia sempre valutata durante il
percorso formativo e personale, solo il 44% infatti dichiara di
averla presa in considerazione prima di intraprenderla. Emerge,
inoltre, come le donne abbiano tendenzialmente un titolo di
studio più elevato rispetto agli uomini (40% laureate, rispetto
al 36% dei colleghi uomini) con una specializzazione post-laurea
(12% vs 4,9% degli uomini). Le donne che svolgono questa
professione, più dei loro colleghi uomini, sviluppano autostima
(oltre il 70%), autonomia (più del 90%) ed un elevato grado di
soddisfazione per la professione svolta (oltre l'85%). Inoltre,
l'86,1% delle partecipanti si ritiene molto soddisfatta del
sostegno ricevuto dalla propria banca. "Di fatto per le donne in
questa professione i timori legati alla gestione del tempo e
dell'incertezza dell'attività autonoma sono all'atto pratico
sovrastati da notevoli vantaggi in termini di autostima,
autonomia, senso della vita e appartenenza", commenta Claudia
Manzi, ordinaria di Psicologia sociale all'Università Cattolica
del Sacro Cuore e responsabile scientifico del progetto. "Le
pari opportunità non sono più soltanto un tema sociale, ma
rappresentano una sfida di natura economica e occupazionale in
tutti i settori", dichiara Francesca Marchelli, direttrice della
comunicazione di Banca Widiba.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA