"Nessuna valutazione tecnica del
territorio, ma una mera presa di posizione politica". È dura la
posizione di Italia Solare, ente del terzo settore che sostiene
la difesa dell'ambiente e della salute umana attraverso il
fotovoltaico e le integrazioni tecnologiche per la gestione
intelligente dell'energia, sul ddl appena licenziato dalla
giunta di Alessandra Todde sulla definizione delle aree idonee a
ospitare impianti di produzione di energia rinnovabile in
Sardegna.
"La Regione Sardegna non ha individuato le aree idonee - è la
sintesi -, lo stop agli impianti rinnovabili mette a rischio
l'economia dell'isola". Per l'associazione "questo ddl non
individua le aree idonee, ma semplicemente reitera la moratoria
e pertanto non è in alcun modo accettabile - scrive in una nota
Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare -.
L'approccio, piuttosto che tecnico, si rivela prettamente
giuridico e politico, con il risultato che molte aree
potenzialmente idonee vengono escluse senza giustificazioni
coerenti. Il testo risponde alle polemiche dei sardi frutto di
una ampia campagna di disinformazione, ma non pensa al loro
futuro".
Non solo: "Nella relazione non compare nessuna spiegazione in
merito ai criteri utilizzati per la definizione delle aree
idonee e non si fa cenno alcuno ai calcoli effettuati per
verificare il raggiungimento degli obiettivi definiti dal
Pniec". Per l'associazione, nella sostanza, "gli impianti a
terra sembra possono essere fatti solo nelle aree industriali a
seguito delle limitazioni introdotte per gli impianti
agrivoltaici - sottolinea Viscontini -. Ma a causa dei limiti
imposti dall'allegato G risulta molto difficile realizzare
impianti a terra anche nelle aree industriali". "La cosa
oltremodo sconcertante - aggiunge - è che vengono bloccati anche
tutti gli impianti già autorizzati o in fase di autorizzazione
se non rientrano nei criteri definiti e va in senso contrario
rispetto alle norme comunitarie".
"Se non verranno adottate misure correttive - è l'allarme di
Italia Solare -, la Sardegna subirà un incremento del costo
dell'energia elettrica, aggravando ulteriormente la già
complessa situazione economica locale e condannando l'Isola a
restare la regione con il maggior tasso di emissioni di CO2 pro
capite a causa degli impianti a carbone che determinano un
incremento delle malattie e morti per tumore, oltre ad aggravare
il rischio di desertificazione".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA