La situazione delle riserve idriche
in Italia "registra un incoraggiante miglioramento, ma non
cessano le preoccupazioni per il futuro, a causa
dell'insufficiente presenza di bacini per la raccolta delle
acque, ma soprattutto perché in alcune regioni dell'Italia
meridionale lo stato delle riserve idriche è ancora ben lontano
dal recuperare l'enorme deficit accumulato a causa di una
lunghissima siccità". Lo scrive Massimo Gargano, direttore
generale dell'Anbi, l'associazione dei consorzi di bacino, nel
bollettino settimanale sulla situazione idrica in Italia.
In Basilicata sono affluiti, negli invasi, oltre 18 milioni
di metri cubi d'acqua, aggiungendosi ai quasi 28 milioni, che
avevano ristorato i bacini semivuoti a cavallo tra 2024 e 2025:
ancora pochi per colmare il gap con il 2023 (-93 milioni di
metri cubi), ma quantomeno un timido segnale.
In Sicilia il mese di dicembre ha regalato piogge abbondanti
su buona parte dell'isola con un significativo miglioramento
della situazione dei bacini ormai svuotati da oltre un anno di
siccità estrema e caldo anomalo. Anche sull'Isola, però, lo
scarto negativo rispetto a 12 mesi fa rimane enorme e
quantificabile in oltre 100 milioni di metri cubi.
Molta parte della Sardegna è ancora in grave crisi d'acqua:
complessivamente l'incremento dei volumi idrici, avvenuto nel
mese di dicembre, è quantificabile in 32 milioni di metri cubi,
ma in diversi territori gli invasi rimangono drammaticamente
vuoti come nel Nord-Ovest dell'isola.
Altra regione, che stenta ad uscire dalle conseguenze della
siccità, è la Puglia: i circa 44 milioni di metri cubi ancora
stoccati nei bacini nella Capitanata (a Dicembre le riserve sono
incrementate di soli 11 milioni) equivalgono indicativamente al
13% della loro capacità ed al 30% dell'acqua disponibile un anno
fa.
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