La nuova ondata di polvere del Sahara
che raggiungerà questa settimana l'Europa sudorientale e il
Mediterraneo orientale "rischia di avere effetti negativi sulla
qualità dell'aria e sulla salute di milioni di cittadini". Lo
afferma la società italiana di medicina ambientale (Sima),
commentando la notizia diffusa dal servizio meteo della Ue,
Copernicus.
"Ciò che arriva dal Sahara non è la sabbia, poiché i granelli
per dimensione e peso non possono essere trasportati per lunghe
distanze, bensì le polveri più sottili con un diametro medio di
20 micron che ricoprono il deserto nordafricano - spiega il
presidente Alessandro Miani - Polveri che possono elevarsi fino
a 10mila metri di altitudine ed essere trasportate per migliaia
di chilometri, arrivando in Italia. Si stima che dal Sahara si
sollevino ogni anno circa 180 milioni di tonnellate di polveri
che vanno ad aggiungersi alle Pm2.5 e Pm10 già presenti in
atmosfera, con ripercussioni sul fronte della salute pubblica".
"I soggetti più a rischio sono bambini, anziani, cardiopatici
e chi soffre di malattie respiratorie, a partire dall'asma -
prosegue Miani - Le polveri infatti possono avere anche metalli
pesanti al loro interno e unirsi alle sostanze inquinanti già
presenti nell'aria, e finiscono per essere inalate dall'uomo.
Non a caso uno studio pubblicato sulla rivista scientifica
internazionale Occupational and Environmental medicine ha
accertato un aumento dei ricoveri ospedalieri per cause
respiratorie in presenza di polveri sahariane nell'aria. Come
Sima il consiglio è quindi quello di evitare il più possibile
l'esposizione alle polveri desertiche, specie per i soggetti che
già soffrono di malattie o disturbi respiratori", conclude
Miani.
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