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Da 2025 più investimenti al Sud per Pnrr, digitale e green

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Da 2025 più investimenti al Sud per Pnrr, digitale e green

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In collaborazione con Intesa Sanpaolo

Intesa San Paolo, opportunità su tecnologia e ambiente

NAPOLI, 01 ottobre 2024, 19:51

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Giuseppe Tardi in un momento del forum Imprese Vincenti di Banca Intesa San Paolo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Giuseppe Tardi in un momento del forum Imprese Vincenti di Banca Intesa San Paolo - RIPRODUZIONE RISERVATA
Giuseppe Tardi in un momento del forum Imprese Vincenti di Banca Intesa San Paolo - RIPRODUZIONE RISERVATA

ANSAcom - In collaborazione con Intesa Sanpaolo

Dopo il rallentamento dell'economia osservato tra il 2023 e il 2024, il prossimo anno l'analisi economica si aspetta una ripresa dell'economia italiana, che potrà contare sul contributo dei consumi e degli investimenti.
    E' quanto emerge dall'analisi del contesto economico a cura del Research Department Intesa Sanpaolo, in occasione del premio che viene conferito oggi alle pmi di Campania, Calabria e Sicilia, secondo cui in questa direzione spingono il rientro dell'inflazione, la riduzione dei tassi di interesse e la realizzazione degli investimenti del PNRR. L'80% della spesa effettiva del PNRR si concentrerà nel triennio 2024-2026, con potenziali ricadute molto positive sul rilancio delle infrastrutture e sulle transizioni digitale e green e, in ultima analisi, sull'aumento del tasso di crescita potenziale del PIL. Dal canto loro, le imprese manifatturiere hanno le risorse per continuare a investire in tecnologia e in transizione green.
    Negli ultimi anni si è rafforzata la struttura patrimoniale: tra le imprese manifatturiere dei territori della Direzione Regionale il patrimonio netto in percentuale del passivo si colloca al 28% in Campania e al 26% circa in Sicilia e Calabria, valori più elevati rispetto a quelli osservati a inizio anni duemila, anche se inferiori alla media italiana. Inoltre, nel post-pandemia le disponibilità liquide in percentuale dell'attivo, cuscinetto contro i rischi e risorse per investire, sono aumentate notevolmente: in Campania si attestano all'8,4%, in Calabria e in Sicilia al 7% circa. In un contesto complesso come quello attuale, caratterizzato da elevate pressioni competitive le sfide da vincere sono molteplici e riguardano l'innovazione e la tecnologia così come la sostenibilità ambientale e quella sociale. Secondo i dati dell'ultimo censimento permanente Istat, in Italia le imprese con almeno 3 addetti con attività di innovazione, e che hanno utilizzato software specifici nel biennio 2021-2022 sono poco più di un terzo, rispettivamente 37,6% e 34,1% (con percentuali inferiori alla media italiana per le regioni del Mezzogiorno: 34,8% e 29,6%), segnalando come il tessuto produttivo abbia ancora opportunità da cogliere sul fronte tecnologico. Sono ampi i margini di miglioramento anche per quanto riguarda la tematica ambientale: basti pensare che nel biennio 2021-2022 solo il 5,7% delle imprese italiane con almeno 3 addetti ha utilizzato fonti energetiche rinnovabili (FER; questa percentuale è pari al 6,1% nel Mezzogiorno). Le sfide tecnologica e green che le imprese hanno di fronte possono essere affrontate solo con capitale umano qualificato: va pertanto risolto il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Ad agosto la quota di posizioni ricercate di difficile reperimento era superiore al 40% nelle tre regioni; al contempo, ancora molti giovani conoscono poco le opportunità lavorative offerte dalle eccellenze imprenditoriali del territorio ed emigrano all'estero o in altri territori in cerca di lavori remunerativi e carriera. Secondo i dati del Consorzio Almalaurea, a 5 anni dal conseguimento del titolo, il 36,6%. dei laureati in Campania lavora all'estero o al Centro-Nord, in Sicilia sono il 37,9% e in Calabria il 45,8%.
   

ANSAcom - In collaborazione con Intesa Sanpaolo

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