Nessuna corrispondenza d'amorosi sensi, per vent'anni, dagli anni '30 ai '50 del Novecento. E pensare che oggi, in vista dei mondiali del 2030 Spagna e Marocco divideranno col Portogallo persino i campi da calcio. Un archivio di lettere d'amore è rimasto sepolto sotto la polvere, fino a che Josep Lluís Mateo Dieste e Nieves Muriel García di recente lo hanno ritrovato e pubblicato. A riportare questa incredibile storia è la Bbc Africa, in un lungo resoconto firmato dallo storico Arthur Asseraf, che indaga tra le relazioni tabù del colonialismo e legge tra le centinaia di lettere firmate dalle Carmen, Concha e Carmela, destinate ai loro Hassan, Abdelsamed e Nasar, ma sequestrate alla frontiera marocchina e mai giunte nelle cassette della posta.
"Quando tornerai in Spagna?", supplica Carmela da Granada.
Poi, in bella grafia: "Dimmi che non guardi nessun'altra donna".
Era il 1944, ma l'uomo a cui erano destinate queste parole non riuscì mai a leggerle. Le scatole, racconta Asseraf, sono piene di parole di passione: "Sono pazza di te... sono come una capra per te", scrive una valenciana. Ci sono fotografie, inserite tra le missive, "decine di ritratti di donne con acconciature immacolate in posa per ricordare ai loro lontani amanti che aspetto avevano. Una ha inviato una foto in cui va in bicicletta, uno scatto spensierato di vita quotidiana".
I burocrati spagnoli non ebbero mai un cedimento. Ricorda Assaraf nel suo articolo: "Dal 1912, la Spagna aveva rivendicato la sovranità su parte del Marocco come protettorato, dividendo il paese in due zone, insieme alla Francia. I combattenti della comunità berbera resistettero, soprattutto nella lunga e sanguinosa guerra del Rif tra il 1921 e il 1926, che vide l'esercito spagnolo decimato dalle forze guidate da Abdelkrim al-Khattabi". È a questo punto che gli spagnoli rinserrano i ranghi, aumentano la loro presenza in Marocco e reclutano migliaia di marocchini da inserire nel loro esercito. Negli anni '30 una lunga striscia lungo il nord del paese, dalla costa atlantica di Asilah quasi fino al confine con l'Algeria a est, era effettivamente amministrata dalla Spagna. La capitale era a Tetouan. Fu dalle basi militari di questo territorio, scrive ancora lo storico Asseraf, che nel 1936 il generale Francisco Franco lanciò un colpo di stato contro il governo repubblicano, dando inizio alla Guerra civile spagnola. Mentre la guerra infuriava, improvvisamente migliaia di uomini marocchini arruolati nell'esercito spagnolo furono inviati oltreoceano in Spagna per combattere a fianco delle forze franchiste. Non solo militari, c'erano anche studenti, commercianti e altri lavoratori che si unirono a loro e finirono per vivere in tutto il paese, nelle città e nelle località rurali più remote.
Ovunque andassero, gli uomini marocchini spezzavano il cuore delle donne spagnole.
C'è Concha che a Salamanca incontra Nasar, e scrive ai superiori del soldato marocchino per ottenere il permesso di sposarlo nel 1938. Ma ne ricava denigrazione e insulti. Le autorità coloniali scrivono di lei: "È brutta, grassa come un ippopotamo e zoppica leggermente". Sospettavano che Nasar avesse mostrato interesse solo perché Concha possedeva una casa, cosa che, secondo i funzionari aveva risvegliato in "Nasar un amore vulcanico". Gli ufficiali dovevano porre "quante più difficoltà possibili" per impedire questi rapporti "senza vietarli apertamente", come si può leggere in un ordine del 1937. Per questo, quando scoprivano che una donna spagnola scriveva a un uomo marocchino, le vietavano di entrare in Marocco. Spesso vietavano anche all'uomo marocchino di entrare in Spagna, rendendo così impossibile la loro relazione. Nel 1948 fu intercettata una lettera tra Carmen di Saragozza e il suo amante Abdeselam in Marocco. Le autorità di Tetouan hanno immediatamente vietato a entrambi di passare sul lato opposto.
Nella lettera Carmen dava notizia della figlia, che ormai era cresciuta senza mai vedere il padre. Perché tanta crudeltà? La risposta, secondo Asseraf sta in parte nell'ideologia reazionaria della dittatura. "Il governo franchista - scrive - era aggressivamente misogino, controllava rigidamente le donne e limitava il loro accesso al lavoro". C'era poi la questione religiosa, "le donne che sposavano uomini musulmani erano viste come 'perse nella fede'". Ma il motivo più importante, dice Asseraf, era quello che i funzionari chiamavano 'prestigio de raza', 'il prestigio della razza'. "Affinché il dominio coloniale continuasse, la Spagna doveva essere considerata superiore al Marocco. Poiché il governo intendeva il matrimonio come la subordinazione di una donna da parte di un uomo, qualsiasi matrimonio al di là della divisione coloniale avrebbe reso una donna spagnola sottomessa a un uomo marocchino". Al contrario, le relazioni tra uomini spagnoli e donne marocchine, non erano assolutamente censurate, "poiché riproducevano la più ampia struttura di potere della società su scala intima senza minacciarla". Quando il Marocco divenne indipendente nel 1956, il protettorato di Tetouan venne chiuso e i suoi archivi furono in gran parte dimenticati. "Finirono per lo più vicino a Madrid, negli archivi centrali dell'amministrazione della città universitaria di Alcalá de Henares dove, come gran parte della storia coloniale della Spagna in Africa, furono dimenticati".
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