"Non ho inteso esibire i documenti
ai poliziotti perché, quando mi hanno fermato, non stavo facendo
nulla che potesse ingenerare sospetti. Stavo facendo
semplicemente jogging e stavo raggiungendo il vicino campo
scuola del Coni". Così il giornalista Gabriele Carchidi,
direttore del blog "Iacchité", racconta quanto é accaduto ieri
sera a Cosenza.
"Ho chiesto all'agente che è sceso dalla Volante - aggiunge
Carchidi - perché avrei dovuto esibirgli i documenti. Ma poiché
non ha risposto alla mia domanda, mi sono rifiutato di
esibirglieli, cercando di evitarlo e di proseguire. A quel punto
mi ha messo le mani addosso e mi ha spinto contro la sua auto,
mentre un'altra poliziotta, scesa anche lei dalla Volante,
aiutava il collega a tenermi fermo e, contemporaneamente,
telefonava chiedendo l'intervento di un'altra volante, che é
arrivata dopo meno di un minuto a sirene spiegate". Secondo il
racconto del giornalista, dall'auto "sono scesi due agenti che,
senza chiedermi nulla, hanno iniziato a picchiarmi. Io ho
cercato di difendermi ma sono finito ugualmente per terra e mi
hanno messo le manette. Poi mi hanno caricato con la forza su
una delle due auto e mi hanno portato in Questura. Qui hanno
completato il loro controllo, identificandomi e perquisendomi
corporalmente dopo avermi fatto denudare".
Carchidi sostiene di aver "chiesto loro chi fossero e per
tutta risposta uno dei due, dopo che mi ha riferito il suo nome,
mi ha detto che io, a suo parere, sono un diffamatore,
provocando la mia immediata reazione. 'Allora, mi conosci?, gli
ho detto. Per tutta risposta, dopo l'esito negativo della
perquisizione corporale, sono stato portato negli uffici della
polizia scientifica per le foto segnaletiche e il rilascio delle
impronte digitali. Dopodiché - conclude - mi hanno notificato
una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale e finalmente mi
hanno rilasciato".
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