A Salerno ancora non si riesce a
dare una spiegazione alla morte di Carmine De Luca, il 48enne
ucciso da un ex collega, Francesco Iacovazzo, 72enne del luogo.
Insieme a lui, al mercato ittico di Salerno, all'alba di
martedì, è stato ucciso anche Rosario Montone, 58enne di
Portici. Dipendente dell'Eurofish, Carmine aveva anche la
Pescheria La Paranza. Lascia la moglie Lucy e le due figlie,
Giorgia e Sofia.
Proprio davanti all'esercizio commerciale in via Mobilio, un
via vai di amici, clienti e conoscenti. C'è chi lascia un fiore,
chi un ricordo della sua amata squadra, la Salernitana.
Campeggia anche una maglietta con scritto: "Porteremo per sempre
nei nostri cuori il tuo fantastico sorriso". Ed era proprio
quello che colpisce del 48enne ucciso, la solarità.
"Aveva sempre un sorriso per tutti - racconta un'abitante del
quartiere -. Ogni mattina indossava una maglia della Salernitana
diversa, era tifosissimo. Qui tutti lo conoscevano e lo
stimavano. Una morte assurda. Una famiglia distrutta".
Anche sui social non si arresta il dolore e lo sgomento di
chi lo conosceva. Tra tutti, Roberto Carbonaro ricorda su FB che
proprio la sera prima di morire, si erano incontrati e avevano
condiviso un'altra passione di Carmine, il subbuteo.
"Carminu', - scrive- ieri sera il destino ha voluto che ci
salutassimo a modo nostro, giocando a Subbuteo, ma se avessi
saputo che sarebbe stata l'ultima volta ne avrei giocata
un'altra, un'altra e un'altra ancora". "Una passione che ci ha
fatto incontrare, e in 40 anni costruire e solidificare la
nostra amicizia, dalla cameretta a su e giù per l'Italia a fare
tornei, sempre insieme fino addirittura a diventare Campioni
d'Italia. Ma ci pensi ?! Ho il cuore lacerato, non doveva
succedere. Con Te se ne va un fratello".
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