Capri torna all'antico e riporta in
vita le quasi dimenticate tradizioni isolane, quelle che i nonni
raccontano ai nipoti e che, ora, l'amministrazione comunale ha
voluto trasferire in un progetto pubblico. Il via sarà il
ritorno del "fucarazzo" in piazzetta, il grande falò che veniva
acceso nel centro della piazza all'ombra del campanile, ogni 20
gennaio, giorno di San Sebastiano.
E proprio il 20 gennaio prossimo, dopo circa trent'anni
dall'ultima volta, il rito dell'accensione si ripeterà: a dare
l'annuncio il sindaco di Capri, Paolo Falco, con un post sulla
pagina ufficiale del Comune. L'appuntamento è per le 17.30 in
punto. La tradizione affonda le radici nel lontanissimo 1656
quando sull'isola vivevano circa settecentocinquanta abitanti,
molti dei quali vennero colpiti dalla pestilenza, che dimezzò
la popolazione. Gli isolani che rimasero in vita dopo lo
scampato pericolo diedero vita ad una cappella dedicata a San
Sebastiano, protettore degli appestati, nelle vicinanze della
porta della città, forse sotto l'arco che mette in comunicazione
la Piazza con Via Acquaviva: non a caso proprio in questo
supportico esisteva un quadro raffigurante il santo che, molti
anni fa, fu trafugato e poi sostituito con uno nuovo,
attualmente visibile. Il rito prevedeva di appiccare un rogo
simbolico per distruggere e scacciare il male della peste, come
significato purificatorio.
L'ultima volta che venne rievocato il rito fu nel 1998. Ora
l'amministrazione comunale di Capri ha voluto riportare la
tradizione nell'ambito di una più ampia azione di recupero delle
tradizioni popolari e culturali dell'isola, spesso tramandate
oralmente e delle quali sta per perdersi completamente la
memoria. E la prima tradizione da ricordare nel 2025 sarà
proprio il "fucarazzo" che sarà preceduto da una mostra
fotografica di antiche immagini nella sala consiliare a cura di
Luciano Garofano, la celebrazione di una messa in onore di San
Sebastiano e il concerto della banda "E. Caruso", il complesso
bandistico di Sorrento.
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