La Commissione Regionale Sanità e
Sicurezza Sociale, presieduta da Vincenzo Alaia (IV), ha
incardinato l'esame della proposta di legge "Procedure e tempi
per l'assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente
assistito ai sensi e per effetto della Sentenza n. 242/2019
della Corte Costituzionale", ad iniziativa del consigliere
regionale Luigi Abbate (Partito Socialista Italiano - Campania
Libera - Noi di Centro - Noi Campani) ed ha deciso di
costituire un tavolo tecnico per procedere ad un approfondimento
tecnico giuridico della materia. Del tavolo tecnico faranno
parte il consigliere proponente Luigi Abbate, la Vice presidente
del Consiglio regionale Loredana Raia (Pd), e le consigliere
Vittoria Lettieri (De Luca Presidente) e Roberta Gaeta (Demos).
"La proposta di legge - ha spiegato Abbate - si pone
l'obiettivo di definire il rispetto e la diretta applicazione
relativamente a ruoli, procedure e tempi del Servizio Sanitario
Nazionale/Regionale di verifica delle condizioni e delle
modalità di accesso al suicidio medicalmente assistito secondo
quanto previsto dalla sentenza della Corte Costituzionale sul
caso Antoniani/Cappato n. 242/2019, che ha dichiarato la
incostituzionalità dell'art.580 del Codice Penale nella parte in
cui non esclude la punibilità di chi, con le modalità previste
dagli articoli 1 e 2 della Legge 22 dicembre 2017 n. 219 (Norme
in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di
trattamento) agevola l'esecuzione del proposito di suicidio,
autonomamente e liberamente formatosi, di una persona tenuta in
vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una
patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e
psicologiche che ella reputa intollerabili, ma pienamente capace
di prendere decisioni libere e consapevoli, sempre che tali
condizioni e le modalità di esecuzione siano state verificate da
una Struttura pubblica del SSN, previo parere del Comitato etico
territorialmente competente".
"E' un tema molto importante che il Parlamento non affronta
nonostante il sollecito della Corte Costituzionale - ha
sottolineato Abbate - e, per questo, le Regioni, nelle more di
un intervento parlamentare, possono intervenire, nell'ambito
della propria competenza legislativa concorrente e nel campo
delimitato dalla Corte Costituzionale, per disciplinarlo e
garantire quello che è un diritto umano. Opporsi alla
applicazione della sentenza della Corte Costituzionale - ha
evidenziato Abbate - e' paragonabile a mettere in discussione la
Legge 194/78 sull'aborto".
Sul tema si è sviluppato un ampio dibattito con la
consigliera Vittoria Lettieri (De Luca Presidente), che ha
detto: "condivido l'intento politico ed etico della proposta,
ma, sul piano formale, si affrontano temi che ricadono
principalmente nella competenza nazionale e, per questo credo
sia necessario un approfondimento tecnico giuridico" e la
consigliera Roberta Gaeta (Demos) per la quale "è giusto
garantire l'accompagnamento ad una morte dignitosa nei casi
indicati dalla sentenza della Corte Costituzionale, ma questo
tema va affrontato sul piano nazionale per avere una
legislazione omogenea, come per l'interruzione volontaria di
gravidanza".
"Occorre il confronto con esperti del settore per
approfondire tutti i profili connessi attesa la delicatezza del
tema che va approfondito nel merito e nella legittimità" ha
aggiunto il consigliere Francesco Picarone (Pd); dello stesso
avviso la Vice presidente del Consiglio regionale Loredana Raia
(Pd) per la quale "l'argomento è molto serio e delicato ed
implica anche aspetti etici e giuridici, ed, essendo una materia
controversa, essa va affrontata con il dovuto approfondimento
preventivo, anche tenuto conto che, in altre Regioni, non si è
addivenuti ad un risultato positivo. Quindi - ha concluso - è
opportuno effettuare un approfondimento per la migliore
espressione legislativa".
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