E' l'internazionalizzazione la
carta vincente del Politecnico di Milano che è risultata la
migliore università italiana, 110ma fra 1053 atenei di tutto il
mondo, secondo il QS World University Rankings 2025 dove
rispetto allo scorso anno ha scalato 12 posizioni. La rettrice
Donatella Sciuto ha sottolineato con l'ANSA come proprio
l'internazionalizzazione abbia permesso da un lato di ottenere
un ottimo posto per la reputazione accademica, dove il
Politecnico è al novantesimo posto (ha scalato quattro
posizioni) e ancora di più per la reputazione fra i datori di
lavoro, dove si classifica all'82mo posto, con uno scatto di 17
posizioni.
Progressi dovuti "al fatto di essere più conosciuto
all'estero. Credo sia aumentata la nostra attenzione nel far
conoscere a livello internazionale la qualità dei nostri docenti
e studenti" ha spiegato.
"Per la reputazione accademica è importante la collaborazione
internazionale. La ricerca in molti casi richiede tanti
ricercatori da tutto il mondo e noi collaboriamo con tutti" ha
osservato, e questo anche in momenti come questi di guerra, dove
arrivano richieste di boicottare ad esempio gli atenei
israeliani, con cui comunque il Politecnico non ha molti legami.
"Israele è il caso di adesso ma prima c'era la Russia: io
farei una distinzione tra i ricercatori e i governi". ha
aggiunto.
E anche nel gradimento dei datori di lavoro,
l'internazionalizzazione ha un peso. "Abbiamo lavorato tanto
per adeguare i nostri percorsi formativi a un mondo che cambia"
ha detto Sciuto. E questo è stato riconosciuto. "Inoltre in
questo momento mancano ingegneri e quindi i nostri studenti
hanno la possibilità di scegliere le aziende che sono a loro più
congegnali" ha ammesso. Fattore che si abbina al fatto che "ci
sono tanti studenti che vanno a lavorare all'estero", e non solo
gli ottomila stranieri, su un totale di 48 mila iscritti, che
frequentano il Politecnico.
"Possiamo fare ancora meglio, ma l'internazionalizzazione è
un percorso avviato che non ha ritorno. Anche dal punto di vista
dei docenti - ha concluso - stiamo cercando di far arrivare
docenti dall'estero pur nella difficoltà per gli stipendi che
non sono particolarmente significativi".
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