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Ecce Nanni, Moretti si racconta in dieci capitoli

Ecce Nanni, Moretti si racconta in dieci capitoli

Masterclass al Bifest senza accenni alla politica

BARI, 24 marzo 2025, 13:18

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Nanni Moretti si racconta al Teatro Petruzzelli nella sezione incontri di cinema del Bif&st, dopo la proiezione del suo 'Ecce Bombo' (1978), ma non fa nessun riferimento alla realtà e tanto meno alla politica. Da lui solo un 'Ecce Nanni' con la storia in dieci capitoli della sua carriera da regista, ma anche da produttore ed esercente. Rilassato, in un teatro strapieno, mette subito le mani avanti: "Voglio raccontare in dieci voci la mia storia di regista facendo riferimento a ciò che era all'inizio e a ciò che poi è diventato", dice Moretti che a fine incontro riceve dal direttore Oscar Iarussi il premio 'Bif&st arte del cinema'.
    Intanto parla dei suoi inizi nella sezione 'Super 8': "Oggi è più facile fare cinema, con il Super 8 giravi senza negativi, era come una Polaroid. Far vedere le cose che facevi era difficile. Nel '73, ad esempio, andai alle Giornate degli Autori, a Venezia, vicino San Marco, a portare cortometraggi.
    Dopo averli fatti vedere dissi che ero disponibile a ricevere domande, ma non si presentò nessuno. Da quel trauma è nata la frase di 'Io sono un autarchico': 'No il dibattito no'. Tre cose per me contavano allora: parlare del mio ambiente, prenderlo in giro, e quindi anche me stesso, e poi non stare solo dietro la cinepresa, ma anche davanti, più che come attore come persona".
    Nel capitolo regia poi sottolinea: "Il mio lavoro di spettatore mi ha influenzato, ho voluto sempre fare i film che mi piacevano. All'inizio guardavo ai Taviani e alla loro macchina da presa fissa, ma amavo anche un regista lontano da loro come Carmelo Bene". "Inizialmente scrivevo da solo e mi veniva facile, oggi non mi va più di fare da solo la sceneggiatura - dice poi Moretti -. Ho scoperto l'avventura umana che è scrivere un film con altre persone. Così da 'La stanza del figlio' in poi scrivo con altri sceneggiatori".
    Il regista romano ci tiene poi a sottolineare come molto spesso tante persone tendano a identificare "quello che dicono i miei personaggi con quello che penso davvero io. Un esempio: quando in 'Caro diario' dico 'Io sono il più grande', sto solo citando Mohamed Ali".
   

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