(di Alessandra Magliaro) - Interi book fotografici generati dall’intelligenza artificiale con alcune app dedicate a migliorare le foto: il sogno di vedersi in scatti da super modelli e modelle pronti per una copertina si è avverato e il trend "Shooting Ai" nato su TikTok sta facendo impazzire in tanti, soprattutto i giovani. Si sfoglia il book con le foto ritoccate con l'intelligenza artificiale e ci si illude di essere 'realmente' quella persona stra bella. E l'autostima vola.
Tutto perfetto? Insomma. Innanzitutto a ben guardare tutti sembriamo uguali. Le immagini generate da Remini che è la più famosa del momento prevedono stesso corpo scolpito, stesso sguardo, stesse angolature, stesso styling, dettagli sfocati ad arte. Mostra la versione migliore di te stesso dice il claim solleticando il nostro ego, artificiale! . "Scegli un'immagine del modello che rifletta la posa che desideri ottenere e la nostra intelligenza artificiale creerà uno scatto che catturerà i tuoi tratti migliori da qualsiasi angolazione": è la sirena che ci attira.
I programmi di fotoritocco , a cominciare dal mitico Photoshop, non sono una novità ma hanno fatto decisamente passi avanti con l' intelligenza artificiale e le app si sfidano in concorrenza gratuite o con abbonamenti, sono strumenti anche professionali e molto versatili ma la tendenza che raccontiamo riguarda l'uso di intrattenimento Si chiamano PhotoDirector (foto in stile cartone animato piuttosto che con sfondi da favola), Lensa AI (specializzata in creazione di avatar 3d) Starryai, EnhanceFox, Mimic e la più scaricata Remini. A volersi divertire sono una grande opportunità, addirittura con una tua foto ti rilanciano in gravidanza mostrandoti con il pancione oppure da bambino riportandoti indietro nel tempo e magari in bianco e nero.
Quello che sta spopolando sui social è in particolare il trend degli shooting realizzati con l’intelligenza artificiale ossia foto posate, scatti da copertina tanto perfetti quanto irrealistici che permettono di trasformarci in una star legandoci ad un’ideale di bellezza stereotipato. Tutto benissimo se resta un gioco. Ma è così?
Il fenomeno in rapidissima diffusione sta conquistando giovanissimi e, soprattutto, le giovanissime, sempre più attratte dal desiderio di assomigliare alla loro versione “artificiale” e perfetta, con un conseguente rischio di impatto negativo sulla propria autostima.
Mentre gli esperti stimano che l'Intelligenza Artificiale genererà il 90% dei contenuti online entro il 2025, da recenti ricerche commissionate dal brand Dove, che ha presentato la campagna “The Code” per illustrare l’impatto negativo dell’Intelligenza Artificiale sull’autostima, emerge che 1 donna su 3 sente il bisogno di cambiare il proprio aspetto fisico dopo essere stata esposta a immagini generate con l’AI che ritraggono modelli estetici irraggiungibili e 1 donna su 4 sarebbe disposta a rinunciare a un anno della propria vita per raggiungere il suo ideale di bellezza. Quasi 2 italiane su 3 ritengono che le donne di oggi debbano essere più fisicamente attraenti rispetto alla generazione delle loro madri e la “check list” è sempre più ambiziosa e impossibile da soddisfare: per il 70% degli intervistati le donne e le ragazze devono apparire in salute, per il 66% devono essere snelle, e per 1 donna su 2 devono avere una vita stretta, pur essendo formose.
“Viviamo in un mondo sempre più digitale e aperto all’intelligenza artificiale, dove dilaga un concetto di bellezza stereotipata e irraggiungibile. Attraverso strumenti come l’IA è diventato semplice creare un’immagine stereotipata di noi stessi, “perfetta” sotto molti aspetti, e a portata di click. E se questo aspetto influisce nella vita di tutti noi, ha un impatto ancor più grande tra i giovanissimi, che stanno ancora costruendo la consapevolezza di sé e la propria autostima. Il dilagare di questi trend, che propongono modelli irrealistici, non fa che alimentare un’insicurezza latente sul proprio aspetto.
Diventa più che mai importante, quindi, sensibilizzare ed equipaggiare i giovani e l’intera opinione pubblica sull’uso consapevole delle nuove tecnologie per promuovere la diversità e l’unicità di ogni individuo, affinché la bellezza, quella autentica, sia fonte di felicità e non di disagi", osserva Ugo De Giovanni, General Manager Unilever Italia.
La rapida diffusione di un trend come “shooting AI” testimonia la crescente “democratizzazione” dell’Intelligenza Artificiale, ormai alla portata anche di utenti senza competenze tecniche avanzate. Questo favorisce l’esplosione di nuove forme di espressione creativa, ma, al contempo può influenzare profondamente i nostri canoni estetici, alimentando trend ad alto impatto culturale. Il rischio concreto è quello di omologare la diversità: soprattutto tra i più giovani, l’esposizione a standard estetici artificiali può minare l’autostima e generare insicurezza.
Giuseppe Mayer, Professore di Artificial Intelligence & Corporate Communication presso l'Università IULM commenta: "Diventa indispensabile promuovere una maggiore consapevolezza dei limiti e dei bias ossia delle distorsioni percettive dell’AI, imparando a “addestrare” la tecnologia in modo responsabile attraverso i prompt, (stringhe di testo ossia i segnali che aiutano a generare risposte pertinenti e accurate, ndr) così da indirizzarne gli output verso modelli più inclusivi” .
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