A parità di energia consumata, gli
oneri fiscali e parafiscali dei beni energetici sono
penalizzanti per le ricariche elettriche, e solo la maggiore
efficienza energetica delle e-auto rende comunque vantaggioso
guidare elettrico per i consumatori. Lo rivela una ricerca del
think tank italiano per il clima Ecco.
La maggiore tassazione delle ricariche elettriche è dovuta
agli oneri generali di sistema, che servono a incentivare le
rinnovabili. Per la ricarica domestica gli oneri risultano più
elevati rispetto a benzina e diesel rispettivamente del 5% e del
30%, arrivando a un +265% nel confronto con il Gpl.
I carburanti fossili sono favoriti anche rispetto alle
ricariche effettuate in azienda (+22% di oneri rispetto alla
benzina, +52% rispetto al diesel, +327% rispetto al Gpl), alle
colonnine pubbliche a bassa potenza (+45% di oneri rispetto alla
benzina, +81% rispetto al diesel, +407% rispetto al Gpl) e a
quelle ad alta potenza (+202% di oneri rispetto alla benzina,
+275% rispetto al diesel e +954% rispetto al Gpl).
Nonostante il peso degli oneri in tariffa, l'elevata
efficienza dei veicoli elettrici permette di percorrere con la
stessa quantità di energia distanze da 3 a 5 volte superiori
rispetto agli equivalenti mezzi con motore endotermico.
Secondo Ecco "è fondamentale una riflessione
sull'eliminazione degli oneri dalle tariffe elettriche,
trasferendo le esigenze di gettito su un percorso di riforma
estesa dei Sussidi ambientalmente dannosi (Sad). Lo sconto
dell'accisa sul diesel rispetto alla benzina costa, ad oggi,
allo Stato, 3,5 miliardi di euro ed è considerato un Sad".
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