Ogni anno in Italia vengono diagnosticati circa 55mila nuovi casi di tumore al seno. La probabilità di guarigione dopo una diagnosi è oggi sensibilmente cresciuta rispetto al recente passato e grazie ai progressi della ricerca, l'aspettativa di vita per il 73% delle pazienti è paragonabile a quella della popolazione generale. Il tasso di sopravvivenza a 5 anni si attesta all'88%, superando il 91% dopo il primo anno dalla diagnosi. Sono alcuni dei dati al centro della 22/ma edizione del convegno 'Focus sul carcinoma mammario', che ogni anno riunisce in Friuli esperti nazionali ed internazionali.
All'evento, che prenderà il via domani a Udine, partecipano oltre 500 specialisti, con l'obiettivo di promuovere un confronto multidisciplinare sulle più recenti strategie di diagnosi e cura della malattia.
"I risultati ottenuti dalla ricerca sul carcinoma mammario sono estremamente incoraggianti - afferma Fabio Puglisi, direttore del dipartimento di oncologia medica presso l'Irccs Cro di Aviano e responsabile scientifico del convegno -. Oggi possiamo parlare di una vera e propria rivoluzione nelle terapie, non solo grazie ai nuovi farmaci, ma anche per le maggiori conoscenze biologiche sul tumore. Questo ci consente di pianificare strategie terapeutiche personalizzate, potendo distinguere con maggiore precisione le situazioni in cui è necessario potenziare le cure da quelle in cui è possibile ridurne l'intensità senza compromettere i risultati".
"Una delle principali novità è l'utilizzo dell'immunoterapia nel carcinoma mammario triplo negativo, già dalle fasi precoci della malattia - spiega Lucia Del Mastro, direttore della clinica di oncologia medica dell'Irccs ospedale policlinico San Martino, Università di Genova -. Si tratta di un sottotipo particolarmente aggressivo, per il quale in passato l'unica opzione era la chemioterapia. Oggi, invece, possiamo contare su terapie immunologiche che stanno migliorando significativamente la prognosi di queste pazienti".
Anche il trattamento chirurgico sta evolvendo, con un approccio sempre meno invasivo. "Oggi la mastectomia viene eseguita solo in casi selezionati, mentre nella maggior parte delle pazienti si opta per interventi conservativi associati alla radioterapia. Inoltre, sempre più spesso è possibile evitare la rimozione dei linfonodi ascellari", spiega Samuele Massarut, direttore dell'oncologia chirurgica senologica del Cro di Aviano.
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