Il Clostebol al quale Jannik Sinner è risultato positivo lo scorso aprile e poi scagionato per "assunzione inconsapevole" è uno steroide anabolizzante sintetico derivato dall'ormone maschile testosterone. Tuttavia è anche una sostanza comunemente anche utilizzata in oftalmologia e soprattutto in dermatologia, per il trattamento delle ferite in modo rapido, ed è quindi possibile che un atleta ne venga a contatto in modo non intenzionale. Quello che è stato rilevato in Sinner è un metabolita del Clostebol, ossia una sostanza che è stata prodotta mentre il Clostebol veniva progressivamente degradato durante il metabolismo.
Per questa sostanza, come per molte altre utilizzate nel doping, i metaboliti sono la spia del fatto che è stata usata e vengono rilevati anche quando nell'organismo non c'è più traccia della sostanza originaria. Chiamato anche Clototestosterone, il Clostebol è in grado di aumentare le prestazioni fisiche e da almeno 30 anni è al centro di numerosi casi di doping. In particolare, stimolando la sintesi delle proteine, la sostanza favorisce l'aumento della massa e della forza muscolari e può aiutare a ridurre i tempi necessari ai muscoli per recuperare pienamente dopo un'intensa sessione di allenamento.
Permette inoltre di ossigenare i muscoli perché favorisce la produzione di globuli rossi e in questo modo aiuta ad affrontare sforzi prolungati. Questa sostanza è vietata nelle gare sportive non soltanto per i suoi effetti dopanti, ma per gli effetti collaterali che può avere e che possono provocare danni a livello di equilibrio ormonale, al sistema cardiovascolare e alla funzionalità del fegato.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA