Non è stata la brusca frenata che ci si attendeva, ma il rallentamento c'è stato. L'applicazione del nuovo regolamento europeo sui trial clinici, nel 2023, ha causato una riduzione del 7,8% delle sperimentazioni di farmaci condotte in Italia rispetto al 2022, passate da 663 a 611. È uno dei dati del 21esimo Rapporto nazionale sulle sperimentazioni cliniche dei medicinali, pubblicato dall'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa).
Dal rapporto "emerge chiara una prevedibile difficoltà iniziale nell'applicazione di modalità organizzative diverse e più complesse. Tuttavia, l'Italia è riuscita a garantire una buona tenuta del sistema", commenta il presidente dell'Aifa, Robert Nisticò. Come ormai avviene da anni, anche nel 2023, nell'area dell'oncologia si concentra il maggior numero di sperimentazioni autorizzate (il 34,7%). Gli studi clinici nel campo delle malattie rare hanno rappresentato il 30,6% del totale.
Si conferma la netta prevalenza delle sperimentazioni internazionali (l'85,8%) e il ruolo preponderante di quelle promosse dalle aziende l'82,7%. "Il settore delle sperimentazioni profit ha maggiormente beneficiato delle semplificazioni amministrative", continua Nisticò. Mentre "la ricerca no profit ha dimostrato una tenuta meno solida, non solo in Italia, ma in tutta l'Unione Europea".
"Non possiamo accontentarci della sostanziale stabilità delle sperimentazioni cliniche in Italia", dice il direttore tecnico scientifico dell'Agenzia, Pierluigi Russo. "Nella competizione globale ed europea è necessario continuare a lavorare per recuperare attrattività e performance".
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