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Il 'sexoma' può svelare i responsabili di violenza sessuale

Il 'sexoma' può svelare i responsabili di violenza sessuale

Sulla base della 'firma' unica lasciata dai batteri dei genitali

20 febbraio 2025, 08:04

di Elisa Buson

ANSACheck
Batteri (fonte: Public Health Image Library, Centers for Disease Control and Prevention) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Batteri (fonte: Public Health Image Library, Centers for Disease Control and Prevention) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dai laboratori di ricerca arriva un nuovo strumento utile alle indagini sui casi di violenza sessuale: è l'analisi del 'sexoma', ovvero lo studio genetico dei batteri che popolano i genitali e che vengono in parte scambiati durante il rapporto sessuale, anche con l'utilizzo del preservativo. Il profilo genetico di questi microrganismi può ricondurre al microbioma genitale dell'uomo responsabile della violenza, anche se non vengono rinvenute tracce di sperma sulla vittima. Lo dimostra uno studio pubblicato sulla rivista iScience dalla Murdoch University in Australia. "

Questa ricerca si basa sul concetto forense secondo cui ogni contatto lascia una traccia", afferma il coordinatore della ricerca, Brendan Chapman. "Finora pochi studi hanno esplorato i microbiomi di vagina e pene in un contesto forense. Questa ricerca dimostra che possiamo osservare tracce microbiche dai microbiomi genitali delle coppie eterosessuali dopo il sesso". I ricercatori lo hanno scoperto studiando 12 coppie di volontari eterosessuali e monogami. All'inizio dello studio ciascun partecipante ha raccolto un campione del proprio microbioma genitale con un tampone, dal quale è stato estratto e sequenziato il materiale genetico per determinare i ceppi batterici presenti e identificare così la 'firma' microbica unica di ciascuna persona.

In seguito, le coppie hanno dovuto affrontare alcuni giorni di astinenza sessuale per poi avere un rapporto e ripetere il tampone. I risultati delle analisi hanno dimostrato che sia gli uomini che le donne hanno popolazioni uniche di batteri nelle aree genitali e durante il rapporto sessuale entrambi i partner lasciano tracce del proprio microbioma genitale. Il passaggio di batteri avviene anche con l'uso del preservativo, sebbene in questo caso "la parte più consistente del trasferimento avviene dalla donna verso l'uomo", precisa la prima autrice dello studio, Ruby Dixon.

"L'applicazione del sexoma nei casi di violenza sessuale è ancora agli inizi", osserva Dixon. Per poterlo usare nelle indagini forensi bisognerà prima capire quali fattori esterni possono alterare la diversità microbica dell'uomo e della donna. Al momento i ricercatori hanno osservato che il microbioma vaginale può cambiare con il ciclo mestruale, mentre la circoncisione nell'uomo non sembra influire sul trasferimento di batteri.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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