Siamo stati abituati a pensare che il linguaggio e la capacità di esprimere emozioni sia una prerogativa umana, ma i progressi fatti dalle Intelligenze Artificiali stanno mettendo in dubbio queste certezze. Chatbot e assistenti vocali stanno ormai diventando 'umani', a spiegare le basi scientifiche di tutto questo è 'Che cos'è la linguistica computazionale' di Malvina Nissim e Ludovica Pannitto (Carocci, 128 pagine, 13 euro).
"La linguistica computazionale non è solo una scienza: è un'analisi del mondo, delle sue origini e della sua evoluzione": è l'incipit di questo libro divulgativo dedicato a spiegare con un linguaggio asciutto e puntuale cosa sia questo recente settore che sta silenziosamente, e in modo invisibile ai più, rivoluzionando le nostre vite. Ma a scrivere questo incipit non sono state le autrici bensì una macchina, in particolare GePpeTro (Generalized Pre-trained Transformers). In questi pochi ultimi anni c'è stata un'incredibile accelerazione nelle capacità dei software di riuscire e 'comprendere' testi, rielaborarli e riuscire a sostenere un dialogo quasi come un individuo umano. Le ricerche online, chat con operatori virtuali o assistenti vocali ne sono solo alcuni degli esempi concreti con cui ci confrontiamo quotidianamente ma esistono algoritmi sempre più evoluti che riescono addirittura a mettere in discussione l'assunto che le macchine siano solo macchine e non abbiano invece una vera coscienza (come accaduto qualche mese fa con Lamda di Google).
Ma come è stato possibile arrivare a insegnare alle macchine a parlare e comprendere il nostro linguaggio? Il breve libro scritto a 4 mani cerca proprio di guidare il lettore a comprendere le basi di questo settore: quali sono i metodi utilizzati per analizzare i testi e per cercare di estrapolarne i significati, quali possono essere le regole per 'insegnare a parlare' e infine le tante sfide ancora aperte. "La comprensione del funzionamento e dei limiti delle tecnologie linguistiche - scrivono le autrici - costituisce la base per una maggiore consapevolezza nel loro uso ormai quotidiano, ricordandoci che noi umani siamo non soltanto i destinatari ma, creando i dati linguistici, anche i protagonisti del processo di sviluppo delle tecnologie".
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