Un'opera d'arte creata dall'intelligenza artificiale senza alcun input umano non può essere protetta dal copyright. Lo ha stabilito un tribunale statunitense a Washington Dc, come riporta Reuters online, respingendo così la domanda presentata dall'informatico Stephen Thaler inventore della Creativity Machine.
Solo le opere di autori umani possono ricevere i diritti d'autore, ha detto il giudice distrettuale americano Beryl Howell, creando così un precedente nel dibattito sulla generazione di contenuti con le tecnolgie di IA, che sta interessando anche Hollywood.
Thaler ha anche richiesto brevetti generati dal sistema in altri paesi tra cui Regno Unito, Sud Africa, Australia e Arabia Saudita, fino ad ora con scarso successo. L'avvocato dell'informatico, Ryan Abbott, ha precisato che lui e il suo cliente sono fortemente in disaccordo con la decisione e presenteranno ricorso. Il Copyright Office in una dichiarazione ufficiale ha affermato di "ritenere che la Corte abbia raggiunto il risultato corretto".
Il campo in rapida crescita dell'intelligenza artificiale generativa come ChatGpt ha sollevato nuove questioni relative alla proprietà intellettuale. Il Copyright Office di recente ha anche respinto la richiesta di un artista per i diritti d'autore sulle immagini generate attraverso il sistema di intelligenza artificiale Midjourney. E negli Stati Uniti sono state anche avviate diverse cause legali sull'uso di opere protette da copyright per addestrare l'intelligenza artificiale generativa senza autorizzazione.
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