Con quattro giornate di visite
gratuite riapre al pubblico il Santuario Siriaco del Gianicolo,
luogo testimone dell'ascesa e della caduta delle religioni
pagane dalle origini di Roma fino alla tarda antichità. Situato
alle falde di Villa Sciarra, nel Rione Trastevere, è un tesoro
archeologico che sorge su un terreno sacro alla ninfa Furrina,
dove nel 121 a.C. Caio Gracco pose fine alla sua vita.
Costruito nel IV secolo d.C. sui resti di edifici precedenti,
del I e II secolo d. C., il santuario venne scoperto nel 1906 ed
è stato oggetto per oltre cento anni di indagini archeologiche e
studi per capirne la funzione. Il complesso, inizialmente
considerato un luogo di culti siriaci, dopo gli ultimi studi e
scavi avvenuti a partire dal 2000 è oggi interpretato come
dedicato a Osiride. A suffragare questa ipotesi è una statuetta
in bronzo, alta 50 centimetri, di una figura maschile avvolta
nelle spire di un serpente, scoperta in un ambiente sotterraneo
e identificabile, per caratteristiche e tipo di deposizione, con
Osiride; oggi la statuetta è esposta al Museo Nazionale Romano.
La particolarità del Santuario risiede nel fatto che non era
un tempio pubblico ma un edificio privato, al cui interno si
svolgeva il culto, dopo che con l'Editto di Tessalonica del 380
Teodosio aveva proibito ogni forma di paganesimo. Ora il
complesso verrà aperto al pubblico: "È una riapertura molto
attesa - spiega Daniela Porro, soprintendente speciale di Roma -
che permetterà di accedere a questa area archeologica prima che
diventi oggetto di importanti interventi, come la messa in
sicurezza, il restauro delle strutture, l'allestimento di uno
spazio espositivo e un punto di accoglienza nella ex casa del
custode". "Si tratta di un luogo dal grande fascino - commenta
Rocco Bochicchio, responsabile del sito - collegato alla
permanenza di culti pagani in un'area commerciale e produttiva
connessa con gli scali fluviali e i mercati dell'antica Roma".
Le visite - 13, 20, 27 ottobre e 10 novembre - si prenotano,
scrivendo a [email protected].
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