Nel mondo 230 milioni di donne e bambine hanno subito le mutilazioni genitali femminili (Mgf) - di cui oltre la metà in Africa -, mentre sono circa 4 milioni le bambine e ragazze che vengono sottoposte alla pratica ogni anno. In Europa 600.000 donne e ragazze hanno subito le Mgf, 180.000 sono a rischio ogni anno.
In Italia, la più recente indagine, realizzata dall'Università Bicocca per il Dipartimento Pari Opportunità nel 2019, rivela la presenza a gennaio 2018 di 87mila e 600 donne escisse, di cui 7.600 minorenni, 4.600 a rischio, tra i dati più alti in Europa. Sono i numeri forniti dalla vicedirettrice di Amref Health Italia, Roberta Rughetti, durante l'audizione in Commissione straordinaria per la promozione e la tutela dei Diritti Umani in Senato.
Amref Health Africa - più grande ong sanitaria africana, che opera nel continente dal 1957 - lavora al contrasto alle Mgf in Tanzania, Kenya, Etiopia, Uganda, Malawi e Senegal. Negli ultimi tre anni oltre 500.000 donne e ragazze hanno beneficiato dei suoi progetti in Africa.
In audizione, Amref ha richiamato i principali bisogni e gap da colmare a livello europeo ed italiano e fatto presente le sue raccomandazioni, tra cui: dare piena attuazione alla Direttiva (Ue) 2024/1385 che prevede, tra le altre cose, l'istituzione in tutte le Regioni italiane di Centri per l'assistenza e il supporto multidisciplinare alle donne e alle minori con Mgf; assicurare che il prossimo Piano d'Azione contro la violenza sessuale e di genere percepisca le raccomandazioni europee; assicurare chiarezza tra i diversi livelli (Governo - Dipartimento Pari Opportunità e ministeri coinvolti - ministero Salute, ministero degli Interni, Miur, Regioni, Comuni) in termini di risorse, progettualità, valutazione; favorire l'attuazione dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, sostenendo alleanze e collaborazioni fra settore pubblico, settore privato e società civile; favorire il confronto e la cooperazione con Paesi europei portatori di buone pratiche, in particolare Francia, Belgio, Inghilterra.
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