BOLOGNA, 19 NOV - La prima sezione penale della Corte di Cassazione ha fissato per il 15 gennaio l'udienza del processo a Gilberto Cavallini, l'ex terrorista dei Nar condannato all'ergastolo in primo e secondo grado per la strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna. La fissazione arriva dopo il ricorso dei suoi difensori, avvocati Gabriele Bordoni e Alessandro Pellegrini, sulla sentenza dell'assise di appello, di settembre 2023.
Cavallini, imputato a oltre quarant'anni dai fatti, è ritenuto uno dei responsabili dell'attentato che provocò 85 morti e oltre 200 feriti, insieme agli ex Nar già condannati in via definitiva, ovvero Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini; in un altro filone, in parallello a Cavallini, l'ex Avanguardia nazionale Paolo Bellini è stato condannato all'ergastolo, e si attendono le motivazioni della sentenza di appello.
Secondo l'accusa, nei giorni prima del 2 agosto Cavallini, 72enne, attualmente in semilibertà, ospitò il resto della banda (Mambro, Fioravanti e Ciavardini) in casa a Villorba di Treviso, dando così quantomeno supporto logistico al gruppo.
"La notizia della fissazione dell'udienza pubblica del 15 gennaio prossimo avanti la Suprema Corte di Cassazione nel processo contro Gilberto Cavallini costituisce l'ultimo grado di giudizio di un percorso di giustizia iniziato nel 2017. Come collegio di parte civile affronteremo il processo contrastando il ricorso col massimo impegno", dicono gli avvocati dei familiari delle vittime Andrea Speranzoni, Alessandro Forti, Lisa Baravelli e Alessia Merluzzi.
"Nei due gradi di merito che han visto condannare Gilberto Cavallini all'ergastolo si è dimostrato come il contesto eversivo in cui agivano i Nar non fosse sganciato da ambienti istituzionali e dei servizi deviati. È inoltre emerso quale sia stato il ruolo di Cavallini nelle giornate immediatamente precedenti e successive alla strage, oltre che nella giornata del 2 agosto 1980. Affronteremo con il consueto impegno questo passaggio processuale fondamentale, tutelando i familiari delle vittime e le istituzioni territoriali. Dopo i processi degli ultimi anni, siamo consapevoli che la strage neofascista del 2 agosto 80 fu diretta a colpire la città di Bologna e la Regione Emilia Romagna nell'ambito di un disegno di condizionamento politico, eseguito attraverso il terrorismo, iniziato nel 1978 e continuato fino almeno agli anni Novanta, con varie declinazioni violente", aggiungono.
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