Una mostra celebra il
bicentenario della nascita di Giovanni Fattori (Livorno 1825 -
Firenze 1908), uno dei protagonisti del grande naturalismo
europeo della seconda metà dell'Ottocento: l'esposizione, a cura
di Fernando Mazzocca, Giorgio Marini ed Elisabetta Matteucci e
presentata oggi alla stampa, è in programma dal 29 marzo al 29
giugno a XNL Piacenza, centro per le arti contemporanee della
Fondazione di Piacenza e Vigevano, in collaborazione con la
Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi. Protagonista indiscusso del
movimento dei Macchiaioli, Fattori è stato uno degli artisti più
significativi del panorama figurativo europeo dell'Ottocento che
ha saputo dominare tutti i generi pittorici.
La mostra si propone di rinnovare la memoria di Fattori
offrendo una nuova interpretazione della sua figura e della sua
opera, concentrandosi sulle peculiarità e l'unicità dell'artista
e dell'uomo in rapporto al panorama dell'arte italiana del XIX
secolo. Una particolare attenzione è dedicata alla produzione
grafica dell'artista, composta da acqueforti che rivelano la sua
capacità di rinnovare il linguaggio attraverso una tecnica
complementare alla pittura. Grazie alla collaborazione con
l'Istituto Centrale per la Grafica di Roma, in mostra vengono
esposti disegni e acqueforti inedite che testimoniano
l'evoluzione stilistica dell'artista e il suo impatto sulla
grafica italiana del Novecento. L'antologica si avvale, inoltre,
della collaborazione dell'Istituto Matteucci di Viareggio e
Milano, che mette a disposizione una selezione di opere che
documentano la complessità artistica di Fattori, dal periodo
della "macchia" fino a sviluppi che anticipano tendenze del
Novecento. L'arte di Fattori ha lasciato un'impronta anche sulla
cultura del XX secolo, come documentano saggi critici e opere di
artisti contemporanei come Ugo Ojetti, Emilio Cecchi e Giorgio
de Chirico. Le sue opere hanno ispirato anche registi tra cui
Luchino Visconti, che ha utilizzato le atmosfere fattoriane nei
suoi film sul Risorgimento, come Senso (1954) e Il Gattopardo
(1963).
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