Dalla vita operaia a Lione ai
dejeuner sur l'herbe nei parchi parigini, dalle vacanze al mare
alle esercitazioni militari, dalla vita di coppia al
corteggiamento in strada, dai giochi dei bambini persino a
quelli dei gatti: i Lumiere nei loro pionieristici mini film
avevano già filmato tutto e con uno stile preciso che è quello
di documentare la vita reale, compiendo nella precisione
chirurgica dell'inquadratura il primo gesto di scrittura del
cinema. È l'incredibile avventura dei Lumiere, santi laici
protettori dell'arte cinematografica.
È come sfogliare un libro di testo sulla nascita del cinema
senza annoiarsi, anzi emozionandosi per la grande varietà di
immagini e situazioni, il film 'Lumiere! L'avventura del cinema'
diretto e presentato alla stampa oggi a Roma (stasera a Bologna
in anteprima con il pubblico) da Thierry Fremaux, storico e
critico del cinema, direttore dell'Istituto Lumière di Lione e
delegato generale del Festival di Cannes, la cui selezione
annuncerà il 10 aprile a Parigi. Con il restauro del laboratorio
L'Immagine Ritrovata della Cineteca di Bologna diretta da Gian
Luca Farinelli, Fremaux ha scelto, tra le 2mila vedute (filmini
di 50 secondi), 120 inediti girati dai Lumiere dal 1895 al 1902,
commentando e narrando quella che è considerata l'origine del
cinematografo. Ha annunciato Fremaux: "A settembre apriremo la
piattaforma Lumiere+ con tutti i 2000 film, un modo per
scoprirne ancora la vitalità. Senza il cinema la vita è un
orrore e questi film sono una sorta di detox visivo dalle
immagini senza filtri dei nostri telefonini. I Lumiere erano
maniaci dell'inquadratura, ogni scena aveva una etica".
Il film, in sala dal 3 aprile con Lucky Red e la voce
narrante di Valerio Mastandrea, è un tributo ad Auguste e Louis
Lumiere, inventori della macchina fotografica che catturava
immagini in movimento con un'esposizione di 50 secondi, 'il
cinematografo', pionieri del cinema, creatori della sala
cinematografica e dunque del rito collettivo di vedere un film
accanto ad estranei, alimentando proprio la passione per il
cinema, ma soprattutto è un'opera risarcitoria ai Lumiere
cineasti.
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