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L'Italia deferita alla Corte Ue sugli stipendi degli insegnanti precari

L'Italia deferita alla Corte Ue sugli stipendi degli insegnanti precari

La Commissione: 'Trattamento discriminatorio rispetto ai contratti a tempo indeterminato'

BRUXELLES, 03 ottobre 2024, 14:35

Redazione ANSA

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Svastiche in classe, la scuola media annulla la gita - RIPRODUZIONE RISERVATA

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La Commissione Ue deferisce l'Italia alla Corte di giustizia Ue per non aver posto fine all'uso abusivo di contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro discriminatorie.

L'Italia, afferma, "non ha adottato le norme necessarie per vietare la discriminazione in merito alle condizioni di lavoro e l'uso abusivo di successivi contratti a tempo determinato".

Il tema è la legislazione sullo stipendio degli insegnanti a tempo determinato nelle scuole pubbliche che "non prevede una progressione salariale" basata sui precedenti periodi di servizio" ed è "una discriminazione rispetto agli insegnanti assunti a tempo indeterminato".

 La Commissione, viene spiegato più nel dettaglio dall'esecutivo comunitario, "ritiene che la legislazione italiana che determina lo stipendio degli insegnanti a tempo determinato nelle scuole pubbliche non preveda una progressione salariale incrementale basata sui precedenti periodi di servizio".

"Ciò costituisce una discriminazione rispetto agli insegnanti assunti a tempo indeterminato, che hanno diritto a tale progressione salariale - spiega la Commissione -. Inoltre, contrariamente al diritto dell'Ue, l'Italia non ha adottato misure efficaci per impedire l'uso abusivo di successivi contratti di lavoro a tempo determinato del personale amministrativo, tecnico e ausiliario nelle scuole pubbliche. Ciò viola la normativa UE sul lavoro a tempo determinato. La Commissione ritiene che gli sforzi delle autorità siano stati, finora, insufficienti e pertanto sta deferendo l'Italia alla Corte di giustizia dell'Unione europea". 

 

Anief: trattamento discriminatorio per 400mila precari

"La Commissione europea interviene 10 anni dopo l a procedura di infrazione attivata nei confronti dell'Italia. E' evidente che dopo 25 anni dall''approvazione della direttiva, ancora oggi in Italia non si rispetta la norma europea: sono piu' di 400 mila i docenti con più di 36 mesi di servizio che hanno subito questo abuso. La Commissione chiede misure che prevengano questo abuso: per noi si tratta del doppio canale di reclutamento e deve essere introdotto il principio di non discriminazione che pretende lo stanziamento di risorse straordinarie anche in vista del nuovo contratto". Così all'ANSA il segretario del sindacato Anief, Marcello Pacifico.

Manzi (Pd): preoccupati per la decisione Ue sui precari, Valditara che fa? 

"Siamo molto preoccupati per la decisione di deferire il nostro Paese alla Corte di giustizia dell'Unione europea in ragione del fatto che non abbia posto fine all'utilizzo abusivo di contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro discriminatorie. Eppure nel 2017, grazie al lavoro del Pd , avevamo predisposto delle norme che avrebbero garantito di ridurre progressivamente il numero dei docenti precari, attraverso un sistema di formazione e reclutamento ben strutturato contestuale a una serie di concorsi volti alla stabilizzazione del personale. Purtroppo, per ragioni ideologiche e di bandiera quel sistema è stato abolito dal ministro leghista Bussetti e da allora la destra non è stata in grado di elaborare alcuna proposta alternativa. Ma i nodi vengono al pettine, dopo gli impegni solenni e le promesse estive del ministro Valditara sulla risoluzione del precariato, vorremmo conoscere le proposte del governo per affrontare un tema che anche quest'anno sta pesantemente incidendo sul buon avvio dell'anno scolastico". Così Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Pd

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