(di Marcello Campo)
Mille giorni dopo l'invasione
russa all'Ucraina, l'Unione europea ha confermato il suo
appoggio a Kiev che sta resistendo, in nome del diritto
internazionale, all'aggressione di Vladimir Putin. Malgrado in
Europa sia sempre più forte l'onda sovranista e in America abbia
vinto Donald Trump, Bruxelles ha ribadito il suo sostanziale
sostegno all'Ucraina "sino a quando sarà necessario", nel corso
di una seduta plenaria straordinaria nell'Aula del Parlamento di
Bruxelles, con la partecipazione in collegamento da Kiev dello
stesso presidente Zelensky. Rassicurazione ribadita anche dalla
presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen: "Promettiamo
di continuare a stare al vostro fianco, per tutto il tempo
necessario", ha scritto suo social.
"Anche se ha dalla sua parte Kim jong-un e la Corea del Nord,
Putin resta più piccolo rispetto alla forza dell'Europa unita.
Vi esorto a non dimenticare mai quanto l'Europa sia capace di
raggiungere assieme", ha sostenuto Zelensky, quasi volendo
rassicurare l'Unione della sua potenza, in un momento in cui
l'Europa teme di essere marginalizzata. Un passaggio con cui il
leader ucraino ha voluto esorcizzare l'idea che, con la nuova
amministrazione americana, i destini dell'Ucraina saranno ormai
decisi lungo l'asse Mosca-Washington.
Ma per esercitare questa potenza, è necessario che l'Unione
"spinga con ancora con più forza contro Putin", ha ribadito
Zelensky. "Le sanzioni sono essenziali. Assieme abbiamo fatto
tanto ma non dobbiamo avere paura di fare di più", ha aggiunto.
Quindi, senza fare nomi, ha lanciato un avvertimento a quei
"leader europei che pensano di vincere le elezioni a spese
dell'Ucraina". "Sappiate - è stato il suo messaggio - che Putin
non si fermerà da solo", che "è concentrato a vincere la guerra"
e che "più tempo ha, peggiori diventano le condizioni" per
combatterlo. E ancora: "Se qualcuno in Europa pensa di poter
vendere a Mosca l'Ucraina o qualsiasi altro paese, come gli
Stati baltici, i Balcani, la Georgia o la Moldavia, e ottenere
qualcosa in cambio, ricordi questa semplice verità: nessuno può
godersi acque calme in mezzo ad una tempesta". Insomma, la linea
di Zelensky è sempre la stessa: "Si deve costringere la Russia a
una pace giusta con la forza".
I Patrioti hanno espresso le loro riserve sulla politica
europea a loro giudizio sinora inefficace. E la famiglia
politica di estrema destra, Europa delle Nazioni Sovrane guidata
da Adf, ha scelto di non prendere la parola. Ma tutti gli altri
gruppi non si sono mossi di un centimetro, a partire dalla
presidente Metsola, dall'impegno di stare a fianco di Kiev
"tutto il tempo necessario". Il capo dei popolari, Manfred
Weber, ha esortato Scholz a fare come Biden nel dare "i missili
di cui Kiev ha bisogno". Anche la capogruppo socialista, Iratxe
Garcia Perez, ha stigmatizzato "il disfattismo di chi crede che
l'Ucraina non può vincere", affermando tra gli applausi che
"costerà sangue, sudore e lacrime, ma il popolo ucraino
vincerà". Infine la leader liberale, Valerie Hayer, secondo cui
"sostenere l'Ucraina significa anche sostenere la sicurezza
all'Europa".
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