POŁOWCE-PIESZCZATKA, 16 GEN - "Stiamo discutendo con
la Commissione Europea per chiedere di non applicare la
procedura di frontiera prevista dal Patto sulla migrazione
perché altrimenti la Bielorussia sfrutterebbe la situazione a
suo vantaggio". Lo ha detto Maciej Duszczyk, sottosegretario
polacco presso il Ministero dell'Interno e dell'Amministrazione,
parlando con i giornalisti nel corso di una visita alla
frontiera tra Polonia e Bielorussia dove si concentrano gli
attacchi ibridi di Minsk con lo sfruttamento dei migranti.
"Nel Mediterraneo - aggiunge - ci sono organizzazioni
criminali responsabili per la tratta dei migranti ma noi abbiamo
a che fare con degli Stati, perché i servizi di sicurezza di
Russia e Bielorussia sono alla spalle di questo traffico: nel
caso in cui dovessimo applicare la procedura prevista dal patto
con la registrazione di tutti i migranti, invece dei numeri che
vediamo adesso (circa 30mila tentativi di ingresso illegale nel
corso del 2024, ndr) avremmo centinaia di migliaia di persone a
premere in questo punto del confine). Duszczyk ha spiegato che
la maggior parte dei migranti in questo punto di contatto sono
"giovani uomini" arrivati in Russia o Bielorussia con "visti
studenteschi".
"Siamo in contatto con i Paesi di origine e di transito
perché per noi è una priorità chiudere questa rotta migratoria
artificiale", precisa. "La Comunicazione dello scorso di
dicembre della Commissione che ci permette di prendere misure
speciali per la protezione della frontiera ci sostiene". Un
punto molto critico, perché i respingimenti non sono ammessi dal
diritto internazionale che l'Unione Europei, e i suoi stati
membri, sono tenuti a rispettare. "Qual è la definizione
corretta di respingimenti?", si domanda Duszczyk. "Perché molti
non vogliono essere registrati in Polonia, vogliono tornare in
Bielorussia e provare di nuovo, per arrivare ad esempio in
Germania e non essere respinti là", spiega. "Di tutti questi
aspetti vogliamo discutere al Consiglio informale interni".
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