(di Pietro Guastamacchia)
La Commissione europea entra nel
dibattito sull'emendamento Costa, la norma definita dalle
opposizioni 'legge bavaglio" che vieta alla stampa di
pubblicare del testo delle ordinanze di custodia cautelare.
L'intervento di Bruxelles arriva con una risposta ad
un'interrogazione dell'eurodoeputata M5s, Valentina Palmisano,
in cui il commissario alla Giustizia Michael McGrath specifica
che le norme Ue "non prevedono limitazioni per quanto riguarda
la pubblicazione da parte della stampa di atti processuali" ma
"prevedono che la diffusione di qualsiasi informazione da parte
delle autorità pubbliche ai media rispetti la presunzione di
innocenza e non crei l'impressione che la persona sia colpevole
prima che la sua colpevolezza sia stata provata dalla legge".
Per l'eurodeputata pentastellata le parole del guardasigilli
Ue sono una "bocciatura" per Nordio. "Il governo pensava di fare
il furbo e di addossare all'Ue tutte le colpe del divieto di
pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare ma la
risposta della Commissione europea alla nostra interrogazione
non lascia dubbi", spiega Palmisano. Un attacco, il suo, alle
parole di Giorgia Meloni che il 9 gennaio in conferenza stampa
rispose alle critiche sulla riforma spiegando che la norma
arrivava "in attuazione della direttiva europea del 2016 che
riguarda il pieno rispetto della presunzione di innocenza". Ma
l'interpretazione pentastellata trova solo in parte riscontro
anche nella stessa risposta di McGrath. Il commissario specifica
che proprio la direttiva Ue 2016/343 "impone agli Stati membri
di garantire che le dichiarazioni pubbliche rilasciate da
autorità pubbliche e le decisioni giudiziarie diverse da quelle
sulla colpevolezza non presentino indagati e imputati come
colpevoli".
Per Palmisano, tuttavia, la risposta della Commissione non
lascia spazio a interpretazioni: "nessuna direttiva europea
prescrive il bavaglio, censure o limitazioni sulla pubblicazione
degli atti processuali. Il governo si dovrebbe solo vergognare
per il tentativo di mettere sotto tutela la libertà di stampa e
di limitare la libertà dei cittadini a essere informati", ha
spiegato l'eurodeputata. Il commissario nella sua risposta cita
anche il rapporto Ue sulla libertà di stampa, pubblicato a
luglio dove si "osserva che le iniziative legislative che
disciplinano l'accesso a determinate informazioni giudiziarie e
la relativa pubblicazione preoccupano i giornalisti", ma
sottolinea anche che "il governo italiano ritiene giustificate
tali iniziative per garantire il diritto al rispetto della vita
privata e la presunzione di innocenza". Una situazione in
divenire di cui McGrath si riserva "di continuare a monitorare
gli sviluppi anche nel quadro del ciclo sullo Stato di diritto".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA