(di Michele Esposito)
Era prevedibile e alla fine è
accaduto: la strategia dell'indifferenza con cui a inizio anno
la Commissione Ue aveva intenzione di arginare l'arrivo del
ciclone Trump ha fallito fragorosamente. Il presidente americano
che lunedì prenderà le redini della Casa Bianca è il convitato
di pietra di quasi ogni riunione a Bruxelles. E il pressing di
Palazzo Berlaymont su Elon Musk sta aumentando. La Commissione
ha chiesto nuovi chiarimenti a X nell'ambito delle indagini
sulla piattaforma. "Ci impegniamo a garantire che ogni
piattaforma rispetti la nostra legislazione, che mira a rendere
l'ambiente online equo, sicuro e democratico per tutti i
cittadini europei", ha ribadito l'esecutivo europeo.
Nei vertici comunitari alla parola Trump è accompagnato
soprattutto un concetto: "imprevedibilità". Il 3 febbraio, nel
'ritiro' sul dossier difesa che il presidente del Consiglio
europeo Antonio Costa ha organizzato nel castello di Limont con
i 27 leader Ue, di Trump si parlerà nel corso della mattinata e,
indirettamente, nel pranzo di lavoro al quale parteciperà il
segretario generale della Nato Mark Rutte. L'Alto Rappresentante
Kaja Kallas ha già dato disponibilità a recarsi negli Usa nelle
prossime settimane per un vertice con il segretario di Stato
Marco Rubio, considerato a Bruxelles come uno dei volti più
dialoganti nell'amministrazione Trump.
Nessuno, in Europa, vuole chiudere al presidente degli Usa.
Ma i suoi primi passi - e soprattutto le ingerenze del suo
braccio destro - hanno innescato un misto di stupore e sdegno.
Musk "sostiene la destra estrema e questo è del tutto
inaccettabile e mette a rischio la democrazia in Europa", ha
tuonato Scholz. Mentre, da un punto di vista commerciale, l'Ue
prova a cementare i rapporti con i vicini degli Usa, attraverso
una nuova intesa firmata con il Messico e fondata su "valori
condivisi" come lo sviluppo sostenibile.
Proprio Musk sarà il convitato di pietra della prima Plenaria
del 2025. L'attivismo del patron di X terrà banco in uno dei
dibattiti chiave a Strasburgo. E sarà scontro. Un assaggio s'è
avuto già alla conferenza dei presidenti, dove l'asse composto
da Ppe, Ecr, Patrioti e l'ultradestra del'AfD, la cosiddetta
'maggioranza Venezuela', ha imposto di togliere ogni menzione
diretta a Musk nel titolo del dibattito sulle piattaforme social
previsto per martedì". I Popolari sanno che, sul dossier,
camminano sui carboni ardenti, stretti tra la difesa dell'Europa
che li ha sempre contraddistinti e il pressing di quella destra
con cui, in più di un'occasione, hanno mostrato di voler
dialogare. Destra che, con una lettera firmata da una quarantina
di eurodeputati, ha chiesto alla presidente Roberta Metsola di
invitare Musk a Strasburgo per i suoi "risultati straordinari e
il suo approccio visionario con cui potrebbe riportare l'Ue ad
essere un polo di creatività". L'appello è stato ripreso su X da
Musk che ha aggiunto il suo commento: "Bello!"
Di contro, dalle parti di S&D e Renew gli animi sono
caldissimi. Una quarantina membri hanno scritto una durissima
lettera a Ursula Von der Leyen per chiedere di intervenire su
Elon Musk a tutela del Dsa, la norma europea che regola i
servizi digitali. Il basso profilo di Bruxelles, a loro parere,
non servirà a nulla.
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