Provincia di Podlasie, Polonia orientale. I campi, nonostante sia metà gennaio, sono a tratti verdeggianti di colza. La neve affiora solo ai lati delle strade, esempio fulgido di un clima stravolto allo spasmo. Si balla sullo zero e da queste parti, ora come ora, vuol dire caldo. Tutto il resto però è freddissimo. Per arrivare alla frontiera con la Bielorussia bisogna attraversare una zona di esclusione protetta dalle pattuglie. La dogana di Połowce-Pieszczatka, aperta del 1993, sino a giugno 2023 (30 anni netti) è stata crocevia di scambi sull'autostrada per Minsk. Ora non più. La carreggiata è squarciata da una palizzata protettiva alta quattro metri più filo spinato. E corre fin dove l'occhio arriva. "Eccola, la nuova cortina di ferro".
Il Colonnello Mariusz Ochalski, del Genio Militare, non ha dubbi. Parla circondato da cavalli di Frisia in cemento, soldati che scrutano il confine, blindati leggeri pronti a pattugliare la muraglia, eretta all'inizio della guerra ibrida scatenata nel 2021 da Minsk e Mosca a colpi di migranti. "La tensione - dice - non è allo stesso livello della Guerra Fredda ma credo che dovremmo avere lo stesso approccio ed essere pronti in qualsiasi momento". In questo fazzoletto di terra, vicinissimo al famoso corridoio Suwalki, forse il tallone d'Achille della Nato, le crisi raddoppiano. Da un lato, appunto, la migrazione usata come arma, con 30mila tentativi d'ingresso illegale nel 2024 (in aumento rispetto al 2023) e circa 10mila arrivi riusciti in territorio polacco. Lo schema ormai è codificato. I migranti - principalmente giovani uomini - vengono attirati in Russia e Bielorussia attraverso vie legali, con visti studenteschi, e poi portati alla frontiera dai servizi di sicurezza - il 'biglietto' costa 8-12mila dollari - e qui aiutati a passare il confine, come documentano diversi video girati dalle telecamere di sicurezza.
Per arginare il fenomeno Varsavia ha costruito il muro, dal costo di 500 milioni di euro, lungo 186 chilometri. I guardiani dei diritti umani non hanno lesinato critiche per le maniere forti usate dai polacchi (oltre agli agenti di frontiera all'operazione partecipano 7mila soldati dell'esercito), accusati di praticare i respingimenti, proibiti dal diritto internazionale. Le autorità invece ci tengono a sottolineare che le regole vengono rispettate e nel 2024 gli interventi umanitari hanno salvato la vita a 500 persone, subito ospitalizzate, e si è verificato solo un morto. "Qual è la definizione corretta di respingimenti?", si domanda Maciej Duszczyk, sottosegretario polacco presso il Ministero dell'Interno responsabile della migrazione.
"Perché molti non vogliono essere registrati in Polonia, vogliono tornare in Bielorussia e provare di nuovo, per arrivare ad esempio in Germania e non essere respinti", spiega nel corso di una visita alla frontiera nell'ambito della presidenza polacca dell'Ue. "Di tutti questi aspetti vogliamo discutere al Consiglio informale interni". Compresa un'esenzione dal Patto sulla migrazione. "Nel Mediterraneo - aggiunge - ci sono organizzazioni criminali responsabili per la tratta dei migranti ma noi abbiamo a che fare con degli Stati: nel caso in cui dovessimo applicare la procedura prevista dal patto con la registrazione di tutti i migranti, invece dei numeri che vediamo adesso avremmo centinaia di migliaia di persone a premere in questo punto del confine".
La migrazione però è solo un pezzo della storia. L'altro tassello è la difesa militare pesante. Roba da Nato. Varsavia non vuole correre rischi e ha lanciato il progetto Eastern Shield, lo scudo orientale. Un'altra muraglia, questa volta per fermare i tank russi però. Correrà, non appena ultimata, alle spalle della cortina di ferro anti migranti, strutturata su tre file, con fossi anticarro, ostacoli, casematte, aree minate. Qui vuole essere aiutata finanziariamente, dall'Ue e dalla Nato, nel quadro dei piani di difesa regionali. "Se l'Ucraina avesse avuto qualcosa del genere prima del 2022 forse la storia ora sarebbe diversa", sottolinea il vice capo dello Stato Maggiore Stanislaw Czosnek. Insomma, una nuova linea Maginot. Ricordi di un'era che si sperava fosse defunta.
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