I funzionari dell'Ue stanno
elaborando delle contromisure, tra cui l'uso di una legge di 81
anni fa che coinvolge il re del Belgio, per salvaguardare le
sanzioni dell'Unione contro la Russia, dopo che l'Ungheria ha
minacciato di porre il veto al rinnovo. E' lo scenario che ha
ricostruito il Financial Times online, dopo che a dicembre il
primo ministro ungherese Viktor Orbán ha dichiarato agli altri
26 leader dell'Unione che avrebbe potuto bloccare il rinnovo di
questo mese delle sanzioni Ue contro la Russia in scadenza il 31
gennaio e per le quali serve l'unanimità. Il premier ungherese
ha affermato di attendere l'insediamento di Donald Trump a
presidente Usa e che se allenterà le sanzioni statunitensi a
Mosca, l'Ue dovrebbe far lo stesso.
Il nodo delle sanzioni Ue sono i 190 miliardi di euro di
asset statali russi presso il deposito centrale di titoli
Euroclear con sede in Belgio che sono immobilizzati. I profitti
derivanti da questi anni ripagheranno il prestito di 50 miliardi
di dollari all'Ucraina e sono considerati parte fondamentale di
un potenziale accordo di cessate il fuoco. Se le sanzioni
arrivassero a scadere gli intermediari finanziari non avrebbero
basi legali per trattenere i soldi. Tra le soluzioni ci potrebbe
così essere, racconta l'Ft, quella di utilizzare un decreto di
guerra emanato nel 1944 che consente al re Filippo di bloccare
il trasferimento di beni dal paese. Il Palazzo Reale belga non
ha commentato l'ipotesi al quotidiano sottolineando che la
responsabilità di un decreto del genere ricadrebbe sul governo,
per andare solo poi alla firma del sovrano. L'Ft segnala però
anche che un funzionario belga ha affermato che l'uso di poteri
straordinari violerebbe un trattato bilaterale di investimento
che il Belgio ha con la Russia.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA