"Il ministro dell'Interno
Piantedosi non solo vuole trasformare i centri in Albania in CPR
ma vuole anche farci credere che sia legittimo, e addirittura
economicamente sostenibile, perché i centri contengono già spazi
destinati alle procedure di rimpatrio. Ricordiamo al ministro
che ad oggi le norme europee non permettono di delocalizzare un
centro di rimpatrio in un Paese Terzo, e noi ci batteremo perché
non sia possibile neanche in futuro". Lo ha detto
l'europarlamentare del Pd, Cecilia Strada.
"E poi solo una piccola parte delle strutture in Albania è
destinata ad attività sui rimpatri. La verità è che su tutto il
Protocollo Albania pesano contraddizioni e lacune giuridiche
enormi. È un progetto scandaloso e un colossale dispendio di
soldi. Certo visto come il ministero dell'Interno gestisce i CPR
in Italia - che sono un incubo giuridico e umanitario, dove le
persone sono rinchiuse in condizioni degradanti - non mi
stupisce che il governo voglia portarli il più lontano
possibile. Così sarà ancora più difficile per le istituzioni e
la società civile documentare il rispetto dei diritti umani e
del diritto internazionale a cui l'Italia, vorrei ricordarlo al
ministro, è vincolata. Quel protocollo fa acqua da tutte le
parti, come emerge dalle decisioni dei tribunali italiani e come
sostengono molte associazioni. Proprio domani, infatti, il
Protocollo - ha concluso Strada - sarà al centro di un dibattito
al Parlamento europeo in occasione della presentazione del
report "Oltre il confine. L'accordo Italia-Albania e la
sospensione dei diritti" pubblicato dal Tavolo Asilo e
Immigrazione lo scorso febbraio che contiene ricerche condotte
nei campi di detenzione albanesi. Ne spediremo una copia al
ministro Piantedosi".
L'iniziativa è organizzata da Cecilia Strada (S&D), Leoluca
Orlando (Greens/EFA) e Pasquale Tridico (The Left).
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