BRUXELLES - Le attuali undici missioni di peacekeeping delle Nazioni Unite sono sostenute dall'Unione europea e dai suoi Stati membri in molti modi "con una cooperazione molto stretta e articolata sul terreno, il loro supporto finanziario è cruciale, in un contesto di crisi di liquidità dalle inevitabili ripercussioni operative". Lo ha detto il sottosegretario al Segretario Generale dell'Onu, con delega alle operazioni di pace, Jean-Pierre Lacroix, in un'intervista ad alcuni media internazionali, tra i quali l'ANSA.
"Se il bilancio annuale del peacekeeping Onu, 5,6 miliardi di dollari, può sembrare ingente, è ad esempio inferiore a quello del dipartimento della polizia di New York, ed è appunto messo a rischio dal fatto che molti Stati membri non pagano pienamente e in tempo i loro contributi", ha aggiunto Lacroix.
Lacroix, in questi giorni è in missione in Europa e venerdì farà tappa a Roma. Al centro dei suoi colloqui ci saranno temi di attualità - possibile che sul tavolo ci sia anche l'ipotesi dei una missione di peacekeeping in Ucraina - e dossier legati più strettamente alle operazioni di pace sotto egida Onu. "L'augurio è che il contributo degli Stati membri rimanga perlomeno agli attuali livelli e non diminuisca", ha spiegato Lacroix, spiegando che, in prospettiva "occorrerà una revisione del peacekeeping per renderlo più efficace anche in rapporto ai costi". "Tuttavia tale capacità di incidere non può essere pregiudicata da discrepanze tra i mandati conferiti alle missioni di pace Onu e le risorse stanziate", ha detto ancora ai giornalisti.
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