Italia, Francia e Slovacchia uniscono le forze per un Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere "più efficace", chiedendo a Bruxelles di anticipare entro fine 2026 la relazione sull'impatto dello strumento (oggi prevista nel 2028) e valutare, se necessario, di mantenere quote di carbonio gratuite in modo "mirato" per alcune industrie esportatrici.
Le tre capitali hanno promosso una discussione informale al Consiglio Ue Ambiente a Bruxelles, attraverso un non-paper presentato a porte chiuse alla riunione nella capitale belga dalla vice ministra dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Vannia Gava, insieme alla ministra francese Agnes Pannier-Runacher e al vice slovacco Tomas Taraba. La proposta, si legge in una nota del ministero dell'ambiente e la sicurezza energetica, "è stata sostenuta da diversi Paesi", chiedendo di mantenere aperta la possibilità di tutelare i settori dell'industria esportatrice a rischio di penalizzazioni, individuando quelli strategici da sostenere con quote gratuite di Ets, considerando il quadro geopolitico globale. Tra le altre iniziative supportate, la richiesta che la Commissione svolga una vera analisi sul funzionamento dello strumento prima della fine del periodo di transizione del Cbam, nel 2026, anziché nel 2028 senza "escludere nessuno strumento di difesa competitiva".
Al termine della riunione la Commissione europea ha confermato l'intenzione di presentare "entro il secondo trimestre di quest'anno" una "comunicazione per aiutare gli esportatori" ad affrontare il problema della rilocalizzazione delle emissioni di carbonio per le merci coperte dal Meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere (Cbam) esportate dall'Ue verso Paesi terzi. Le misure di sostegno agli esportatori erano state già annunciate dalla Commissione europea nel piano Ue per l'acciaio presentato il 19 marzo.
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