"Sull'utilizzo dei social e sulla
necessità di contribuire a definire delle regole abbiamo inteso
porre l'accento all'interno della Carta di Trieste
sull'Intelligenza artificiale, redatta in forma libera con
l'apporto di competenze trasversali. La Carta propone dei
principi, suddivisi in articoli, il cui contenuto è stato
condiviso per stimolare un dibattito teso alla regolamentazione
del settore". Lo ha affermato mons. Ettore Malnati, teologo e
presidente dell'Associazione Studium Fidei, riferendosi ai
prossimi sviluppi dell' IA e del quantum computing.
Gli ha fatto eco Andrea Bulgarelli, giornalista e
coordinatore della Carta, ricordando che "'l'art. 10 - IA e
responsabilità per il suo utilizzo, riporta che è obiettivo
primario definire un sistema regolatorio che individui le
responsabilità in caso di decisioni sbagliate dannose assunte
dall' IA, indicando che coloro i quali creano e sviluppano l'IA
potrebbero essere ritenuti responsabili se il danno è dovuto a
difetti dell'algoritmo". Inoltre, coloro che utilizzano o
gestiscono l'IA potrebbero "essere considerati responsabili se
il danno è avvenuto durante l'utilizzo o a causa di decisioni
prese attraverso l'IA, soprattutto nel caso abbiano contribuito
allo sviluppo e alla personalizzazione del sistema".
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