"Azioni unilaterali e senza alcun
confronto con le rappresentanze sindacali. Sembra essere il filo
conduttore che unisce le due aziende". Lo scrive in una nota la
Usb Lavoro Privato
Federazione di Trieste, riferendosi ai casi delle due vertenze
in atto, U-blox e Flex, e che hanno fatto scattare nelle
rappresentanze sindacali della stessa USB "lo stato di
agitazione vista la situazione sempre più compromessa".
Per Flex (oggi FairCap) Usb parla di "una secca comunicazione
della direzione aziendale di chiusura collettiva nella prima
settimana di marzo, alla fine del periodo di contratti di
solidarietà che termina il 28 febbraio. Rompendo una lunga
tradizione di accordi sindacali a concordare i periodi di
chiusura collettiva". Anche per U-blox "la comunicazione del
blocco degli straordinari e revoca dell'accordo sui pagamenti
dei permessi" è stata decisa "senza alcun confronto preventivo
nonostante l'apparente disponibilità del liquidatore".
L'unità di base sindacale sottolinea che queste azioni
"arrivano alla vigilia del confronto con U-blox per la procedura
di licenziamento collettivo (25/2) e FairCap (26/2) al MIMIT per
la presentazione del piano industriale". Sarebbe invece
"auspicabile il ritiro dei licenziamenti di U-blox, vista la
situazione economica in recupero entro il 2026 come dichiarato
dall'azienda stessa. Ma U-blox sembra realmente intenzionata ad
andarsene". Per FairCap invece "è auspicabile che l'azienda si
sfilasse rapidamente cedendo lo stabilimento ad un vero
imprenditore che reindustrializzi il sito. Ma con i 20 milioni
di euro incassati per liquidare 200 tra lavoratrici e
lavoratori, FairCap non sembra intenzionata a lasciare la
poltrona". Due situazioni, più la terza, analoga, della Tirso,
tutte del territorio triestino, "che rischiano di costare il
posto di lavoro a 800" e per le quali "l'attuale legislazione
può veramente poco se non nulla del tutto".
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