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In evidenza
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In collaborazione con Rome Business School
L'economia italiana, la terza
dell'Unione Europea per Pil dopo Germania e Francia, ha mostrato
stagnazione negli ultimi tre decenni, ampliando il divario con i
partner europei più performanti, mantenendo però un vantaggio
sulla Spagna. Dal 1995 al 2023, la crescita economica è stata
limitata, con un'accelerazione del divario tra il 2010 e il
2020. Tuttavia, dal 2019 al 2023, è l'unico Paese a registrare
una crescita superiore all'1%, battendo Francia (+0,6%),
Germania (+0,1%) e Spagna (-0,9%), evidenziando un potenziale
miglioramento.
Queste tra le conclusioni del report "L'economia in Italia:
performance e previsioni macroeconomiche" a cura di Francesco
Baldi, Docente dell'International Master in Finance di Rome
Business School; Massimiliano Parco, Economista, Centro Europa
Ricerche e Valerio Mancini, Direttore del Centro di Ricerca
Divulgativo di Rome Business School.
Un segnale positivo arriva dal Mezzogiorno, che, a
differenza di altri periodi storici, supera il Centro-Nord nella
crescita del PIL a prezzi costanti tra il 2019 e il 2023.
Secondo le stime Svimez, il PIL del Mezzogiorno è cresciuto del
3,7% rispetto al 2019, contro il +3,4% del Centro-Nord. Tra le
regioni, spicca la Puglia, con un incremento del PIL reale
dell'8,1%, il maggiore tra tutte le regioni italiane. Notevoli
anche gli aumenti di Campania (+4,9%), Sicilia (+4,3%) e Molise
(+3,1%), mentre la Basilicata è l'unica regione del Sud a
segnare un decremento, pari al -5,7%. Guardando al futuro,
l'Italia deve continuare a capitalizzare sui progressi economici
fatti finora, affrontando le sfide strutturali che ancora
limitano il suo potenziale. "Una crescita sostenuta richiederà
non solo l'efficace implementazione dei fondi del PNRR, ma anche
un impegno concertato per ridurre la burocrazia, migliorare le
competenze digitali e tecniche, e sfruttare appieno le
opportunità offerte dalla transizione verde e tecnologica. Il
2024-2027 sarà un quadriennio decisivo per trasformare i segnali
positivi in risultati concreti e duraturi", dice Valerio
Mancini.
"Nonostante il debito pubblico elevato e alcune rigidità
strutturali che continuano a limitare il potenziale di crescita,
l'Italia sembra aver intrapreso un percorso di maggiore
stabilità, riuscendo a ridurre, almeno in parte, le distanze con
i principali partner europei", afferma Francesco Baldi.
In collaborazione con Rome Business School
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