Quattro ore di sciopero e
presidio ai cancelli per i metalmeccanici degli stabilimenti
Leonardo e Mbda della Spezia. Chiedono il rilancio del tavolo di
trattativa per il rinnovo del contratto nazionale arenatosi lo
scorso novembre. Un centinaio di tute blu ha presidiato
l'accesso al polo industriale della Difesa di Vallegrande, uno
dei più grandi in Italia, distribuendo volantini. "Registriamo
la posizione di distanza di Federmeccanica-Assistal su alcuni
argomenti per noi fondamentali, tra cui i un aumento in busta
paga e la riduzione dell'orario di lavoro. Ci sono le condizioni
anche in Italia per applicare le 35 ore settimanali come in
molti Paesi europei" ha detto Graziano Leonardi, segretario
generale Uilm La Spezia. Lo stato di agitazione ha comportato
fino a oggi il blocco degli straordinari e un primo sciopero di
4 ore a dicembre. L'aumento salariale richiesto dai sindacati è
di 280 euro parametrato al quinto livello.
"Un adeguamento legato all'inflazione che permetta ai
metalmeccanici di recuperare potere d'acquisto - dice Francesco
Grilli, segretario Fiom La Spezia -. La rottura nasce quando
Federmeccanica ha presentato una proprio contro piattaforma in
contrasto con quella che Fiom, Fim e Uilm avevano elaborato a
livello nazionale a inizio 2024, trovando il voto del 98% delle
lavoratrici e dei lavoratori". Il sito Leonardo della Spezia, ex
Oto Melara, impiega oggi circa 1.250 lavoratori diretti ed è
tornato al centro delle politiche industriali della Difesa a
livello europeo a seguito della nascita della joint venture con
i tedeschi di Rheinmetall per il rinnovamento della componente
corazzata dell'Esercito Italiano. Due commesse potenzialmente da
oltre venti miliardi di euro e un piano di nuove assunzioni già
in atto. "Contiamo sul fatto che il vicepresidente di
Federmeccanica è capo del personale di Leonardo affinché questa
giornata di protesta possa sbloccare la trattativa da subito -
auspica Maurizio Rofrano della segreteria Fim della Spezia -.
Se non dovesse succedere, siamo pronti a intensificare la nostra
lotta".
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