Il 2025 è per il Teatro della Tosse
di Genova davvero speciale. Ricorre infatti il cinquantesimo
anniversario della sua fondazione e ricorre anche il novantesimo
della nascita di Tonino Conte, il suo storico fondatore,
scomparso nel 2020. Per questo il nuovo cartellone propone
domani e la prossima settimana due iniziative per ricordare
Conte, artista poliedrico, poeta, regista, drammaturgo,
animatore culturale; e celebrare con lui anche la nascita di un
teatro che ha saputo in mezzo secolo di ininterrotta attività
proporre programmi alternativi rispetto agli altri palcoscenici
cittadini, operando non solo sui consueti palcoscenici, ma
individuando anche spazi originali: basta ricordare le
performance di diversi anni fa a Monte Sperone o sulla diga
foranea.
Questa mattina nel corso di una conferenza stampa sono state
presentate le due iniziative. Hanno partecipato con il vertice
del Teatro (Amedeo Romeo e Emanuele Conte) le assessore alla
cultura della Regione (Simona Ferro) e del Comune (Lorenza
Rosso), il direttore di Rai 5 Piero Alessandro Corsini e
l'autore Rai Felice Cappa. Domani (Sala Trionfo, ore 19) verrà
proiettato in anteprima nazionale il documentario di Rai Cultura
"Tonino Conte. Qui ci vorrebbe un regista", firmato appunto da
Felice Cappa e in onda sabato 25 gennaio alle 22.30 su Rai 5. Il
documentario ripercorre la parabola esistenziale e artistica di
Conte - legata a doppio filo alla città di Genova e al rapporto
d'amicizia e collaborazione con lo scenografo Emanuele Luzzati e
non solo - anche attraverso immagini di repertorio dei
principali spettacoli realizzati da Conte a partire dagli anni
'60: "Una parte importante delle funzioni della Rai - ha
dichiarato Corsini - è la conservazione della memoria attraverso
la nostra teca". Giovedì 23 prossimo (ore 20,30 con repliche
fino al 2 febbraio) la Sala Campana ospiterà in prima nazionale
"Una settimana di bontà 1975", testo inedito di Tonino Conte,
regia e scene di Emanuele Conte.
"Mi sono reso conto di quanto fosse sconosciuto dai giovani
d'oggi il periodo degli "anni di piombo" - spiega Emanuele Conte
- Ormai sembra un'era fa, eppure, per la mia generazione è stata
la culla in cui crescere da bambini ad adolescenti. È possibile
un confronto fra quel tempo e la contemporaneità? Io penso di sì
e "Una settimana di bontà" mette in scena un mondo in tensione
continua, specialmente in Italia: bande armate, attentati,
omicidi di mafia, l'eroina che ammazzava amici fraterni e che
inquinava ogni angolo della città; sullo sfondo la guerra fredda
e la bomba atomica che sembrava, da un momento all'altro,
doverci cascare sulla testa, e via di seguito. Un testo dal
linguaggio modernissimo che non racconta gli anni di piombo, ma
li vive dall'interno e li osserva da lontano".
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