Il gruppo del Pd Lombardia ha
presentato e depositato le prime 17mila firme - su oltre 100mila
raccolte - a sostegno della legge di iniziativa popolare di
riforma della sanità lombarda. Per rendere valida la proposta di
legge di iniziativa popolare, che fu presentata lo scorso
febbraio alla presenza anche della segretaria dem Elly Schlein,
ne sono sufficienti 5mila.
Il Pdl va nella stessa direzione del disegno di legge del Pd
nazionale, presentato in Parlamento, per portare il
finanziamento della sanità al 7,5% del Pil. Composto da due
articoli, punta a modificare la legge regionale n. 33 del 2009,
ritoccata dalle riforme Maroni del 2015 e Fontana-Moratti del
2021 con l'obiettivo di "riscrivere i principi, togliendo
l'equivalenza tra sanità pubblica e sanità privata e obbligando
la Regione a fare programmazione e a governare l'offerta fornita
dagli operatori privati, indirizzandoli verso le prestazioni
maggiormente necessarie".
"Vogliamo dire basta alle liste d'attesa che fanno
arricchire alcuni e lasciano nello sconforto tanti lombardi -
dichiara il capogruppo dem Pierfrancesco Majorino -. I punti
principali sono il superamento dell'equivalenza fra pubblico e
privato, il rilancio della medicina territoriale e il sostegno
alla prevenzione, spesso dimenticata dalla giunta regionale.
Chiediamo, inoltre, che entri subito in funzione il Centro unico
di prenotazione (Cup) per contrastare la vergogna delle liste
d'attesa".
Alla presentazione hanno partecipato anche diversi
consiglieri regionali del Pd tra cui il capodelegazione nella
commissione regionale Sanità Carlo Borghetti.
Secondo la segretaria del Pd regionale Silvia Roggiani, "la
sanità lombarda ha tante eccellenze, ma nulla hanno a che vedere
con questa giunta. Chiediamo a Fontana di mettersi in ascolto
delle storie delle tante persone che sono sotto ricatto, o
pagano o devono rinunciare a curarsi, e cambiare la sanità in
Lombardia".
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