In tempi in cui i medici si sentono
e sono sotto attacco, nei Pronto soccorso come in corsia, fa
notizia la storia di un tifoso interista salvato allo stadio di
San Siro da un camice bianco. La vicenda, che un mese orsono ha
avuto eco sui media, è quella di Massimo Luciano, che deve la
vita alla perizia di Alessandro Geddo, il quale gli ha praticato
un massaggio cardiaco dopo che il suo cuore si era fermato
mentre era sugli spalti durante la partita di campionato
Inter-Udinese del 19 dicembre scorso. E ora il tifoso è riuscito
a incontrare il professionista per ringraziarlo di persona.
Una piccola storia - che si legge sul quotidiano on line
'Malpensa 24' - pochi giorni dopo il caso del giocatore della
Fiorentina Edoardo Bove. In tempi normali sarebbe routine, ma in
un periodo complicato costituisce un segno di speranza e di
fiducia nella qualità della nostra sanità. Luciano, 54 anni,
residente in provincia di Torino, decide di vivere una serata
con la sua squadra del cuore in campo insieme al figlio. Sta
male e viene assistito subito dal dottor Geddo, responsabile del
Servizio Sanitario di San Siro durante le manifestazioni
sportive e primario dell'Unità Operativa di Anestesia,
Rianimazione e Terapia del dolore degli istituti di ricovero e
cura del Gruppo Iseni di Lonate Pozzolo (Varese).
Il tifoso non ricorda nulla, dopo sette minuti di massaggio
cardiaco il cuore torna a battere e lui viene portato in
ospedale. Massimo Luciano fa un giro di telefonate e riesce a
recuperare il contatto telefonico del dottore. "Quando mi ha
risposto il dottor Geddo mi sono assicurato che fosse proprio il
medico che era intervenuto. Quando mi ha detto di sì, allora mi
sono presentato dicendo: 'E io sono colui al quale ha salvato la
vita' - spiega -. La mia voce era rotta dall'emozione, ma a quel
punto anche quella del dottore. E' stato un momento davvero
intenso. Mi ha fatto molto bene". Tifoso e medico si sono
ripromessi di rivedersi a San Siro in primavera.
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