Luigi Dallapiccola, pioniere della
dodecafonia in Italia negli anni '30, Hector Berlioz, talmente
nuovo da essere considerato un sovversivo negli anni '30
dell'Ottocento con la sua Symphonie Fantastique, e Franz Liszt
'inventore' dei recital pianistici sono i tre protagonisti del
concerto in cui lunedì prossimo Gianandrea Noseda dirigerà la
Filarmonica della Scala.
"In America lo chiamerebbero il concerto dei tre mavericks",
ovvero gli anticonformisti, sintetizza il maestro milanese,
attuale direttore musicale della Washington National Symphony
Orchestra, che (esattamente come la Filarmonica) ha ricevuto
l'ambrogino d'oro lo scorso dicembre.
D'altronde Noseda, quando mette a punto i programmi dei suoi
concerti, o delle stagioni cerca un filo conduttore. "Le
stagioni vanno viste come fiction, che hanno una decina di
puntate: ogni episodio si conclude in sé ma insieme formano una
storia".
In questo caso, l'avvio sarà con Due pezzi sinfonici di
Dallapiccola. Una conferma dell'attenzione di Noseda per la
musica del Novecento e contemporanea ed è convinto che andrebbe
riscoperto il lavoro di autori italiani come Castiglioni,
Maderna, Casella (di cui ha registrato un dvd con la
Filarmonica) e, appunto Dallapiccola. Anche per questa
convinzione a marzo dal 6 all'8, a Washington presenterà un
programma che oltre al Boléro di Ravel include il Concerto per
trombone e orchestra di nino Rota e Decisamente allegro, brano
che la Filarmonica della Scala ha commissionato per i suoi
quarant'anni a Nicola Campogrande, che è stato eseguito in prima
mondiale in piazza Duomo a Milano nel 2022.
Toccherà poi all'impegnativo Concerto n. 2 in la magg. per
pianoforte e orchestra di Franz Liszt con solista Francesco
Piemontesi e per finire una selezione orchestrale da Roméo et
Juliette che finora i musicisti della Filarmonica non avevano
mai eseguito.
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