Se davvero un allevatore ha omesso
per giorni di segnalare casi di mortalità imputabile a peste
suina nelle proprie strutture, come riportato dalla stampa,
"saremmo di fronte a un atto gravissimo e decisivo nel
diffondere il virus". Lo afferma in una nota l'assessore
lombardo all'Agricoltura Alessandro Beduschi, che intanto
conferma "piena collaborazione agli inquirenti impegnati nelle
indagini".
"In un momento in cui il nostro sistema zootecnico è
impegnato al massimo per la sicurezza degli allevamenti -
continua l'assessore - non sono accettabili atteggiamenti del
genere. Non si può permettere sottovalutazione, figuriamoci
atteggiamenti dolosi che mettono a repentaglio una filiera che
vale miliardi di euro ed è stata costruita con il lavoro di
generazioni".
"Il virus della PSA - aggiunge l'assessore Beduschi - è
innocuo per l'uomo, ma è capace di resistere per mesi e, se
entra in un allevamento, causa una mortalità totale dei capi in
pochi giorni. Quanto sta emergendo in queste ore dovrebbe
suggerire a tutti di smettere di speculare, anche politicamente,
su questa vicenda. C'è bisogno di unità e di remare tutti dalla
stessa parte, per tutelare allevatori e consumatori. Regione
Lombardia sta facendo la sua parte mettendo in campo tutte le
azioni di propria competenza. L'ultima ordinanza del Commissario
straordinario Filippini parla chiaro, in quanto non possiamo più
tollerare allevamenti con gestioni amatoriali".
"In questi mesi - conclude Beduschi - Regione e Governo hanno
investito già 30 milioni di euro per rafforzare la biosicurezza
e per i ristori e mi sto personalmente spendendo perché arrivino
altri fondi, che però non basteranno mai se il sistema tutto non
si evolverà vero rigorosi protocolli comportamentali".
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