"Ero certo della correttezza
delle indagini e del rispetto delle garanzie difensive in ogni
fase del procedimento". Il procuratore di Ascoli Piceno, Umberto
Monti, commenta con soddisfazione le motivazioni del
pronunciamento con il quale la Corte di Cassazione ha annullato
la sentenza assolutoria emessa dalla Corte d'Assise d'Appello di
Ancona nei confronti di Leopoldo Wick, infermiere accusato di
omicidio e tentato omicidio in relazione alle morti sospette
avvenute presso la Rsa di Offida. La decisione dispone un nuovo
processo, confermando la validità delle indagini preliminari e
la piena utilizzabilità delle prove raccolte che erano state
invece esclude nel processo di secondo grado.
Secondo la Suprema Corte, non vi è stata alcuna violazione
dei diritti della difesa durante le indagini e gli elementi
probatori - incluse analisi scientifiche e consulenze tecniche -
sono pienamente legittimi. Monti sottolinea come la Cassazione
abbia riscontrato un "palese errore di diritto" nella decisione
della Corte di Ancona, che avrebbe confuso aspetti concettuali
distinti e ignorato consolidate interpretazioni
giurisprudenziali.
"La motivazione della Corte di Macerata, che aveva condannato
all'ergastolo Wick, era articolata e basata su una rigorosa
valutazione delle prove, mentre quella di Ancona presentava
lacune evidenti, che rendevano inevitabile l'annullamento",
dichiara Monti.
Tra gli errori rilevati dalla Cassazione, il procuratore ha
citato il "travisamento delle prove, come l'affermazione errata
che fosse stata effettuata una sola autopsia, quando in realtà
erano due. La mancata considerazione della seconda autopsia e le
carenze di motivazione nei casi di decesso contestati sono state
giudicate gravi e determinanti. La sentenza di Ancona - aggiunge
Monti - rappresentava un'eversione (nel senso letterale del
termine: ex-versus) dell'intero sistema delle indagini
preliminari quale delineato dalla disciplina codicistica e dalla
interpretazione offerta dal giudice di legittimità, come scritto
dalla Procura Generale della Cassazione. Ora - conclude - le
prove e la sentenza di condanna di Macerata saranno sottoposte a
una nuova valutazione, libera da errori e travisamenti".
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