Arrestati ad Urbania, in provincia
di Pesaro-Urbino, una coppia di origine cinese, residente a
Piandimeleto, per caporalato, in quanto sfruttavano manodopera
nel settore tessile. L'operazione che ha portato all'arresto,
condotta dai carabinieri, si è svolta nei giorni scorsi ed ha
portato alla luce lo sfruttamento di connazionali nel polo
tessile della zona. L'inizio delle indagini sono state avviate
invece nel gennaio 2023, durante un'ispezione presso l'azienda,
che ha rivelato come i lavoratori fossero reclutati tra persone
in condizioni di estrema vulnerabilità. Molti di loro, immigrati
in cerca di stabilità economica e di un contratto per il
permesso di soggiorno. Gli operai venivano impiegati per turni
superiori a 12 ore al giorno, percependo salari di circa 1.000
euro al mese.
Irregolarità anche nei contratti, spesso part-time, con gravi
violazioni contributive a danno dell'Inps. Oltre allo
sfruttamento lavorativo, vivevano in condizioni al limite della
sopravvivenza, dimorando all'interno degli stessi laboratori
tessili, privi di riscaldamento e in pessime condizioni
igieniche. Inoltre è stata accertata anche una continua apertura
e chiusura dell'azienda a distanza di pochi anni per eludere
controlli con le nuove società intestate a prestanome. Un
sistema che ha creato una concorrenza sleale nel settore
tessile, inquinando il mercato con tariffe fuori mercato. I due
arrestati sono stati condotti presso la casa circondariale di
Pesaro e dovranno difendersi dalle contestazioni in ordine ai
reati di intermediazione illecita di manodopera e sfruttamento
del lavoro.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA