"Ci risiamo, di nuovo le ruspe in
alveo: ancora una volta sul fiume Tenna". Gli ambientalisti
tornano in trincea puntando l'indice sui lavori in corso lungo
il fiume Tenna, che tocca diversi Comuni del Fermano, a partire
dal capoluogo di provincia.
Procedono, infatti, i lavori di sistemazione dell'alveo, che
consistono in movimenti dei sedimenti e nel raddrizzamento del
corso del fiume. Interventi che preoccupano gli ambientalisti,
con le sigle Coordinamento delle Associazioni Ecologiste del
Fermano: Circolo Legambiente Terramare, Italia Nostra Sezione di
Fermo, Lipu-Fermo, Chi Mangia la Foglia, Circolo Laudato Si'
Montottone che parlano di un "ripetersi di interventi che
pensiamo siano estremamente deleteri per l'ecosistema fluviale e
per la disponibilità di acqua per le popolazioni locali. Siamo
costernati nel vedere il ripetersi di interventi di sistemazione
idraulica del fiume Tenna, ma la stessa cosa vale anche per
altri fiumi marchigiani, improntati su concetti superati da
tempo e cioè che considerano il fiume solo come un canale da
mantenere dritto, distruggendo qualsiasi forma di vita vegetale
e animale e che non considerano l'ecosistema fluviale nel suo
insieme e con nelle sue interazioni con l'ambiente
circostante".
"Siamo di nuovo sorpresi e delusi nel vedere interventi che non
applicano concetti moderni ed ormai ineludibili in qualsiasi
intervento fluviale come la rinaturalizzazione del corso
d'acqua o la possibilità di divagazione, che permette al fiume
di migliorare la sua capacità di autodepurazione e di
alimentazione delle falde idriche, quest'ultima cosa
particolarmente importante in un momento di scarsità idrica
come il presente.
Peraltro, questi interventi aumentano la velocità dell'acqua
che non ha tempo di essere assorbita dal terreno e rischia di
mettere a repentaglio i piloni dei ponti, oltre che i centri
abitati a valle. E poi ci chiediamo che validità hanno questi
interventi se vengono sistematicamente ripetuti nel tempo e
dopo poco tutto torna come prima. Naturalmente, per l'ennesima
volta, si giustificano questi interventi con l'esigenza di
"somma urgenza" che purtroppo svicola la gara pubblica e propone
discutibili idee di poche persone e che sottraggono fondi ad
interventi di più largo respiro che possono far risparmiare nel
medio e lungo periodo. Per quale motivo gli uffici addetti e gli
amministratori si ostinano ad ignorare strumenti moderni, come
il "Contratto di Fiume" o più semplici approcci più qualificanti
che considerano il fiume come un ecosistema complesso, con il
suo bacino, la sua falda, i versanti, la sua vegetazione, e la
sua fauna, e non un canale. E siamo stufi - sottolineano gli
ambientalisti - di dover ripetere sempre le stesse parole sui
fiumi, dopo più di trent'anni".
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