"Per le imprese giovanili nelle
Marche sono indispensabili politiche mirate per invertire il
trend negativo". Lo afferma il consigliere regionale del Pd
Antonio Mastrovincenzo che aggiunge: "in Italia ci sono 153mila
imprese giovanili in meno rispetto a 10 anni fa: il Rapporto di
Unioncamere sulle attività condotte da under 35 evidenzia una
situazione critica che è ancor più preoccupante nella nostra
regione".
"Le Marche infatti, - osserva Mastrovincenzo - negli ultimi
10 anni, hanno perso il 36,7% di imprese giovanili, che
rappresenta la più alta percentuale nel Paese: sono all'ultimo
posto di una classifica che vede al primo la Lombardia (15,1%),
precedute da Molise (-35,6%), Abruzzo (-35,2%) e Calabria
(-34,4%). Nel centro Italia, la nostra regione è distaccata da
Umbria (-32%) e Toscana (-31,1%).
Siamo purtroppo anche la penultima regione per quanto riguarda
il peso di quelle giovanili (9,2%) sul totale delle imprese".
"Un dato molto preoccupante - commenta l'esponente dem -
poiché senza giovani per la nostra economia non c'è futuro. Le
imprese, se lasciate sole, non si consolidano, non reggono
davanti alle grandi difficoltà e i giovani poi hanno paura ad
investire. Credo allora che siano indispensabili politiche
mirate da parte della Giunta Acquaroli, - auspica Mastrovincenzo
- per invertire questo pessimo trend: oltre a facilitare
l'accesso al credito, è indispensabile supportare i giovani
imprenditori nell'acquisizione di quelle competenze necessarie
per operare nei settori che hanno più margine di espansione e di
crescita, ad alta densità di conoscenza e innovazione".
"Purtroppo, proprio sull'attuazione degli interventi per
Digitalizzazione, innovazione, competitività del Pnrr, - scrive
ancora Mastrovincenzo - le Marche sono praticamente ferme, tanto
che la Corte dei Conti, a novembre scorso, ha evidenziato come
'nessuno degli interventi risulta ancora concluso e un numero
rilevante è ancora fermo alla fase di attribuzione del
finanziamento'. Il dato fornito da Unioncamere è purtroppo
assolutamente in linea con la crisi imprenditoriale complessiva
che sta vivendo la nostra regione, che è quella in cui le
aziende diminuiscono di più in assoluto e costantemente, mese
per mese, con un saldo di -15.000 aziende in tre anni".
"Per invertire il trend negativo, - ricorda il consigliere
del Pd - da tempo avanziamo proposte che sono rimaste purtroppo
inascoltate. Innanzitutto occorre utilizzare in modo più
efficace e tempestivo le cospicue risorse dei Fondi strutturali
(880 milioni a disposizione nel settennio tra Fers e Fse+) e
quelle messe a disposizione con il Pnrr. E' indispensabile
incentivare investimenti nei settori strategici, - prosegue -
sostenere soprattutto le piccole e medie imprese nella
transizione tecnologica, garantire una maggior liquidità alle
aziende in temporanea difficoltà e supportarle visto l'ingente
aumento dei costi energetici. Infine è necessario ripensare ad
un sistema di formazione professionale che assicuri un
allineamento tra i reali fabbisogni delle imprese e la
formazione attivata sul territorio. E' tempo allora di un cambio
di passo netto da parte del governo regionale, per contrastare
una crisi strutturale che rischia di diventare inarrestabile".
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